Diverse questioni di stretta attualità hanno generato accesi dibattiti pubblici. Tutti segnati da un filo comune, l'intralcio della dignità umana delle fasce deboli: dagli immigrati ai senzatetto. In una vivace puntata dell'Informazione Raccontata, ne abbiamo discusso con Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant'Egidio.
L'immigrazione è davvero un pericolo per l'Italia?
Negli scorsi giorni il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per sei mesi, causa gestione dei flussi migratori. La "
sostituzione etnica
" è un pericolo per l'Italia: è così che il ministro Francesco Lollobrigida si esprime circa l'emergenza immigrazione. La dichiarazione è stata successivamente ritirata dal ministro, il quale si definisce "
ignorante, ma non razzista
". Su questo tema interviene Emiliano Abramo, affermando che: «Innanzitutto, purtroppo,
storicamente ignoranza e razzismo vanno di pari passo
. Inoltre, l'espressione sostituzione etnica ha una connotazione storica ben precisa. Bene che abbia dato ascolto a chi gli ha consigliato di ritrattare, ma il fatto che un Ministro dica di essere ignorante, non mi rincuora affatto. Detto ciò, con i numeri alla mano è possibile verificare che la percentuale di migranti in Italia e dell'8.6% su 100 abitanti, in Sicilia è di 3.4% in quanto terra di solo approdo.
L'emergenza non è in Italia, ma nel Mediterraneo
che somiglia sempre più ad un cimitero».
Il cimitero del Mediterraneo: più morti di Auschwitz
A proposito, l'Onu ha dichiarato che il primo trimestre 2023, quindi da gennaio a marzo, è stato il più letale per i migranti che hanno attraversato il Mediterraneo dal 2017. Le vite perse registrate nel tentativo di raggiungere l'Europa sono pari a 499. L'ignoranza prevarica, secondo Emiliano Abramo, il quale, con sguardo afflitto spiega che: «Il Governo ha mostrato ignoranza e una grande punta di disumanità nel tentativo di oscurare queste pagine di vite umane, rilanciando la colpa addirittura verso madri "incoscienti". Non dovremmo parlare di emergenza, chiedendo solo soldi.
Le morti si sommano in questo grande cimitero, che per numero di morti supera Auschwitz
».
Il Governo ha un piano d'azione chiaro? In molti ne dubitano...
Il Governo Meloni, dopo aver dichiarato lo stato d'emergenza, ha nominato Valerio Valenti come commissario per l'emergenza. Delegare il coordinamento delle attività di accoglienza, secondo la percezione di molti, dimostrerebbe l'incapacità del Governo di intervenire programmaticamente sul controllo dei flussi migratori. A proposito Abramo commenta: «
È evidente che qualcosa non funzioni
. Dentro lo stesso Governo non vi è una fotografia nitida: se da una parte il Ministero dell'economia richiede la presenza di 500.000 migranti nel nostro territorio, fa parte del Governo che mette un commissario all'emergenza. Il Ministero dell'economia dichiara attraverso le sue statistiche che, nel 2070 avremmo un
incremento del Pil del 30%
col +33% dei migranti. Insomma, aall'intrno dello stesso governo
parlano due lingue diverse
».
È caccia ai senzatetto a Catania?
Un'altra questione di stretta attualità, caratterizzata dal silenzio più totale, è l'intervento della polizia catanese delle scorse settimane, che ha visto i senzatetto sgomberati dai loro luoghi di ritrovo. Emiliano Abramo commenta con forte delusione e
similitudini aspre
: «Lo Stato opera
come il ladro di notte
, con operazioni che non risolvono né la situazione dei senzatetto né quella dei residenti. I bandi vengono vinti sempre dalle stesse cooperative che sviluppano misure inefficaci. Mi sembra una forma di razzismo gentile che si opera verso gli stranieri, che non vuol dire andare con una spranga, ma vuol dire vendere fumo».Continua commentando, con rammarico, il silenzio delle Amministrazioni: «La città non si impegna più per le fasce deboli. A Catania lo scorso anno sono entrati più di 6.000 migranti e nessuno di noi sa quale condizione di accoglienza li ha aspettati. Sappiamo quello che non si fa, ma non quello che si dovrebbe fare. Le nuove elezioni amministrative non sanno dare risposte a riguardo.
Vige il silenzio del presente e anche quello di futuro
». Dopo un attimo di riflessione, il presidente conclude: «Sono 15.000 le famiglie catanesi che soffrono dell'emergenza abitativa che non entrano nel dibattito politico di una città che si appresta a vivere il voto».