«La sottoscrizione del contratto integrativo regionale dei forestali da parte del Governo Musumeci rappresenta una cocente delusione per i lavoratori che si erano illusi che, finalmente, potesse partire una fase di cambiamento». Non usa mezzi termini Maurizio Grosso, segretario generale SiFus Confali che oggi in conferenza stampa, insieme ai vertici dell'organizzazione sindacale, ha presentato le ragioni del “no” al contratto integrativo regionale sottoscritto dal Governo Musumeci e dai sindacati confederali. «Questo contratto – prosegue Grosso - che non è altro che la fotocopia di quello voluto dall'ex Assessore Cracolici, recepisce la retribuzione del penultimo CCNL anziché l'ultimo e se, da un lato, illude di aumentare il salario per circa 80 euro mensili ai forestali, dall'altro lato, taglia diritti, giustifica il lavoro a spezzatino e il ritardo nei pagamenti degli stipendi, introduce disparità di trattamento economico tra i contingenti e dentro i contingenti, anticipa l'orario invernale e quindi l'utilizzo del meccanismo CAU, taglia il chilometraggio e, dulcis in fundo, regala 3 mila ore di permessi sindacali cadauno ai 3 sindacati confederali ( come ai tempi in cui i forestali erano 34 mila e loro agivano in regime di monopolio). Il SIFUS non può rimanere in silenzio. Per queste ragioni stiamo attivando in Sicilia una petizione popolare tra i forestali per dimostrare al Governo Musumeci le criticità del contratto integrativo e le proposte per migliorarlo. L'obiettivo è raccogliere 10 mila firme. La conferenza stampa di oggi serve anche per rivendicare l'accelerazione delle riforme dei comparti forestali e dei consorzi di bonifica finalizzate all'utilizzo degli operai di entrambi i comparti, oltre che per i compiti cosiddetti “istituzionali”, anche per i lavori di messa in sicurezza il territorio» conclude il segretario Generale SiFUS CONFALI Maurizio Grosso.