La tanto attesa conferenza stampa indetta stamattina alle 12:00 dall'amministratore delegato e vice presidente del Catania, Vincenzo Grella, si è rivelata nientepopodimeno che la solita minestra riscaldata, condita da superbe supercazzole di “tognazziana” memoria - proprio nell'anno in cui il capolavoro di Monicelli compie 50 anni, che caso curioso - che viene propinata a stampa e tifosi da settimane, mesi per non dire addirittura un anno solare.
La sensazione è stata quella, da parte del direttore, di voler far passare questo ultimo e delicato periodo come “incidente di percorso” e il volersi scrollare di dosso le responsabilità e le accuse che la tifoseria ha rivolto contro la società - di conseguenza anche a lui - dopo la cocente sconfitta interna contro la Juve Next Gen e che ha generato, a fine gara, una forte contestazione all'esterno dei cancelli del "Massimino".
Ne è una lampante prova il monologo iniziale di circa 25/30 minuti in cui Grella ha elencato le tante cose buone fatte finora e che saranno fatte nel prossimo futuro: “Tengo a ribadire il forte impegno nei confronti del Catania da parte del presidente Pelligra e del CDA. Il presidente non è sorpreso delle perdite, perché il primo anno abbiamo investito molto. Personalmente, conosco le dinamiche del calcio, quando facciamo spese importanti bisogna assumersi le proprie responsabilità”.
Ha poi continuato: “Stiamo valutando un altro campo da allenamento per la squadra, il “Cibalino” non và più bene. Per quanto riguarda Nesima, speriamo che i lavori possano cominciare entro fine gennaio, sperando che in quattro mesi possa essere tutto finito. Avendo un giardiniere a tempo pieno, pensavamo di poter fare affidamento sul ”Cibalino", ma così non è stato.
Per quanto riguarda il logo, altro tema fortemente caro alla tifoseria rossazzurra, Grella ha dichiarato: “Posso dire con assoluta certezza che il vecchio logo sarà nuovamente nostro. Abbiamo fatto un'offerta, è questione di tempo, non di soldi”.
Altro tema a cui i tifosi tengono parecchio è il centro sportivo: "Abbiamo avviato due trattative per dei terreni, non escludendo Torre del Grifo. Abbiamo fatto valutazioni con esperti, per quanto riguarda il suo acquisto e la sua sistemazione, i costi sono molto importanti.
Per la cronaca: proprio oggi è andata deserta la sesta asta per il centro di Mascalucia, il centro sportivo continua a non essere aggiudicato.
Si trattava della sesta asta: tutte finora andate deserte con € 8.100.000,00 come prezzo base, con offerta minima fissata a € 8.000.000,00.
Successivamente, il vice presidente espone con voce fiera quanti club affiliati al “Catania Football Club” ci siano, in Sicilia e nel mondo: “Ben 29 affiliati in Sicilia ; 5 in Italia ; 1 addirittura a Londra ; e non nascondo che abbiamo intenzione di aprire altre filiali anche in Australia ; abbiamo aiutato più di 300 allenatori sperando che loro possano fare altrettanto con noi ; e quasi 5.000 tesserati sparsi in tutto il mondo e non è un numero qualunque”.
Continuando: "L'impegno del presidente si vede in questi momenti. Due settimane fa è stato qui a Catania.
Non posso dare un conteggio esatto, ma ha viaggiato tantissime volte da quando ha preso in mano il Catania. Non l'ho mai sentito lamentarsi del jetlag. Quando perdiamo mi chiama per capire cosa sia successo ed io cerco di spiegargli quanto sia maledetto questo sport. Cerco di spiegargli come sia possibile che un giocatore si divori un gol a porta vuota e che questo possa causarci settimane pesanti".
Non fa mistero di aver commesso degli errori, ma specificando di come siano stati fatti in buona fede: "Gli errori ci sono, non lo nego. Il giorno in cui il presidente deciderà di non avere più bisogno di me, andrò via. Molte cose vengono date per scontate, ma vincere al primo anno di Serie D non lo è affatto. Così come portare a casa un trofeo al secondo anno, anche se è stato annebbiato da un cammino in campionato non di buon livello.
So perfettamente che i risultati sono l'unica cosa che contano, ma non credo che i 70 minuti di Benevento me li sia immaginati, oggi forse l'avremmo anche vinta quella partita".
Sul finire dell'assolo, il direttore tiene a precisare che non ha alcun potere decisionale sugli investimenti del presidente Pelligra: “Io non spingo nessuno a spendere e non ho mai messo bocca sui soldi che la famiglia Pelligra hanno uscito in questi anni. Il buco di 10,5 milioni è un dato evidente di come la volontà di costruire una squadra competitiva che possa tornare ai vertici del calcio italiano ci sia tutta. Sbagliare fa parte del gioco del calcio e questa è una società giovanissima".
Di tutta la conferenza stampa, tralasciando le solite risposte preparate e qualche alterco di quart'ordine, l'unico tema realmente interessante è stato sul mercato: “Andrea Dini ha già svolto le visite mediche ed è in viaggio per raggiungere la squadra in ritiro in Calabria e sarà a disposizione già questa domenica. Su D'Andrea e Verna (che non sono in ritiro con la squadra, ndr) ci sono dei lavori in corso, non posso dire di più. Siamo a buon punto delle trattative ma non sono concluse”.