A Luci Spente, il format di SicraPress, il vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e capogruppo del Movimento 5 Stelle, Nuccio di Paola, ha affrontato la tematica scottante del ripristino delle ex province dopo le votazioni che hanno visto il disegno di legge essere bocciato in aula.
- Il progetto di ripristinare le ex province o liberi consorzi è stato accantonato o la maggioranza riproverà a riproporre questa riforma?
“Il governo Schifani - esordisce Nuccio di Paola - con tutta la maggioranza, ossia il Centro-Destra, è stato battuto in aula per 40 voti a 25. Questo disegno di legge è stato affossato perché non crediamo che sia un ddl che vada a soddisfare le esigenze e i bisogni che i siciliani hanno attualmente. Noi le province, chiamate oggi liberi consorzi, le abbiamo sempre avute, ma Schifani oggi e Musumeci ieri non hanno mai applicato una legge, oggi in vigore, che dice che «nei liberi consorzi e nelle città metropolitane si devono fare elezioni di secondo livello», cioè che i consiglieri comunali, dei comuni di quelle province piuttosto che i sindaci, devono eleggere il secondo livello dei rappresentanti che poi vanno a comporre l’organo politico. Ad oggi, questa cosa non è mai stata fatta e hanno lasciato per più di sette anni ormai i cosiddetti “commissari”: hanno commissariato volutamente in maniera scientifica i liberi consorzi e le città metropolitane perché volevano tornare all’elezione diretta dei consiglieri provinciali e del presidente della provincia, salvo però non dire ai siciliani che al momento, a livello nazionale, vige la legge Delrio che non permette la votazione diretta dei consiglieri provinciali e del presidente della provincia. Non mi pare che ad oggi la Meloni o Fratelli D’Italia o la Destra a livello nazionale vogliano tornare all’elezione diretta nei liberi consorzi o nelle città metropolitane. Per un anno e mezzo, l’intera Assemblea Regionale Siciliana è rimasta ingabbiata in questo ddl, e la prima riforma che è stata portata dal governo Schifani è stata affossata 40 voti a 25: io credo che la maggioranza, la Destra e Schifani stesso abbiano un problema enorme, che purtroppo hanno anche i siciliani”
- Il Movimento 5 Stelle ha sempre parlato di “poltronificio”. Cosa intende?
“È un’operazione che avrebbe permesso a partiti che non vivono del voto d’opinione, come quelli di Cuffaro e di Lombardo, ma di un voto strutturato in un certo modo, che oggi hanno 330 persone, tra assessori, presidente e consigliere provinciale, di ottenere promesse di candidatura e di elezione in cambio di sostegno politico, quando prima non potevano avere la loro “poltroncina”. A nostro modo di vedere non può funzionare così, se le province devono essere ripristinate, prima facciamo rifunzionare i servizi che devono erogare queste province e poi si potrà parlare anche di elezione diretta all’organo politico, ma fino a quando questi servizi non funzionano è meglio fare un’elezione di secondo livello che costa meno al cittadino, levando questi commissari”.
- La provincia, in questo momento, fra le tante emergenze in Sicilia, è una priorità?
“Ci sono tantissime emergenze, come quella dei rifiuti, che in questo momento è ferma perché non siamo in estate ma che tra qualche mese si riproporrà da capo. Invece di parlare di province, che portassero in aula una riforma buona sul sistema dei rifiuti, non per andare a rivoluzionare la governance o a fare più poltrone, ma per capire come realizzare gli impianti piccoli, che fanno pagare meno la TARI (Tassa sui Rifiuti) ai cittadini e che possono essere realizzati territorio per territorio. Io questo mi aspetto da un governo che effettivamente vuole aiutare i siciliani. Per non parlare della sanità: hanno litigato per mesi e mesi per realizzare i direttori generali delle Asp e non si va a parlare di quello che succede dentro gli ospedali, che sono al collasso. Ad oggi, in un anno e mezzo, noi abbiamo fatto solo leggi finanziarie che devono essere fatte, ma tutto il resto è stato bocciato. Un governo dovrebbe porsi queste domande: se io ho perso 1 milione e mezzo di abitanti, che stanno andando in altre regioni pur di non rimanere in Sicilia, quali riforme porto in Assemblea Regionale Siciliana affinché si vada a invertire questo processo di esodo in massa? Invece oggi il governo regionale non fa nulla, ma parla di ripristinare le poltrone nelle province, leggi che salvano pochi deputati e poi queste norme vengono bocciate. E così per tutte le altre emergenze, che siamo bravi ad affrontare durante una campagna elettorale dove si racconta di tutto e di più, ma che poi, quando si rientra nuovamente al governo, vengono nuovamente ignorate”.