di Alfio Franco Vinci
In questi giorni sto vivendo una esperienza, l’ennesima, di accesso ad una struttura sanitaria privata per essere sottoposto ad un intervento chirurgico.
Noi pazienti, in attesa del nostro turno per le procedure di pre ricovero, stiamo ordinatamente, silenziosamente ed educatamente, in una sala d’attesa, abbastanza stipata, assistiti da una operatrice che ci spiega, passo passo, il percorso ed i presumili tempi di attesa.
Non è una struttura solo a pagamento, anzi, la maggioranza siamo assistiti dal SSN, quindi, a tutti gli effetti una convenzionata/pubblica.
Come è possibile tanta differenza di comportamento dei pazienti e del personale rispetto ad un qualunque ospedale pubblico?
Forse dipende dal fatto che l’ambiente delle strutture convenzionate è pulito, sottoposto a continue manutenzioni, anche perché, mentre nelle strutture pubbliche non c’è controllo, in quelle private il controllo c’è ed è molto severo, fatto dal quelle stesse strutture pubbliche che non controllano se stesse, forse perché “ lupo non mangia lupo”.
La stessa considerazione può valere per le città.
Quando vivevo a Varese, se buttavi una carta o una cicca di sigaretta per terra, e un vigile se ne accorgeva, Ti costringeva a raccoglierla e a buttarla nell’apposito cestino.
Mio zio, catanese, spesso in visita da noi , alla terza multa non ha più buttato sigarette a terra.
Ma torniamo alla sanità.
Forse dipende dal fatto che il personale, sanitario e non, nel privato/convenzionato sa di dover rispondere del proprio comportamento secondo il codice di disciplina aziendale, e del proprio operato di fronte alla Legge.
Nel pubblico, invece, il lassismo è dilagante e l’angheria verso i pazienti, che non sono quelli che hanno pazienza, ma coloro che patiscono ( cioè soffrono)a volte rappresenta una vera e propria provocazione.
Il personale da la sensazione di vivere in una condizione di impunità e si comporta di conseguenza.
Quando ci facevano studiare veramente l’educazione civica, con voto che faceva media,ci insegnavano che , se Ti comporti civilmente ed educatamente, difficilmente il tuo interlocutore diventa aggressivo.
Credo che, prima 1di invocare giuste e tardive azioni repressive e sanzioni anche in “flagranza differita” per chi aggredisce personale ospedaliero o ne danneggia le strutture, bisognerebbe anche sottoporsi ad un bell’esame di coscienza, per capire qual é la soglia oltre la quale, la gente perde il controllo.
Prima di parlare di mala sanità, o di “far volare gli stracci”, come diceva il Presidente Cossiga, si riporti disciplina, codici di comportamento e sanzioni reali e dissuasive, anche nel pubblico e scopriremo che la bilancia si può equilibrare.