E' stata approvata la manovra finanziaria, è vero: ma non è tutto oro ciò che luce. Resta l’incognita di un negoziato con lo Stato sul disavanzo di 382 milioni di euro, che in caso di fallimento costringerebbe il governo regionale a rimettere mano ai conti con l’assestamento di bilancio e pesanti tagli; inoltre rimane il problema politico di una coalizione non proprio coesa. Vecchie ruggini, innanzitutto. E poi franchi tiratori che hanno fatto saltare norme sulle quali il governo puntava come per esempio il “modello Portogallo” e un centrodestra che si ritrova a dover ricomporre l'intesa di un alleanza sulla quale ha persino aleggiato lo spettro delle dimissioni di Musumeci. Ma cosa ne pensa l'assessore Armao? Sull’incognita Corte dei Conti, non ha dubbi: “La Corte si occuperà del prossimo rendiconto a giugno, noi intanto siamo impegnati nel negoziato con lo Stato”. Nonostante l’Ars abbia bocciato l’art.7 della legge di stabilità che regolava la gestione del disavanzo pari a 2,1 miliardi di euro di cui 1,6 miliardi da spalmare in trent’anni per via dell’accordo già avvenuto con lo Stato, Armao assicura infine che “...Non ci saranno ripercussioni sul bilancio...”. Va ribadito che l'articolo 7 era l’architrave della prima versione della manovra e i funzionari hanno verificato che attraverso i deliberati già approvati (anche senza l’art.7), da questo punto di vista il bilancio era e resterà in sicurezza. A parte il congelamento, il disavanzo ha ha permesso di confermare alcune poste di bilancio, una parte dei tagli è stata scongiurata anche facendo ricorso alle risorse appostate nel capitolo di bilancio dei fondi globali: un ‘tesoretto’ che il governo avrebbe voluto utilizzare per finanziare le norme del ‘collegato’. Quel ‘tesoretto’ ora si è drasticamente ridotto. Musumeci intanto guarda già all'immediato rimpasto di governo, in linea con le possibili strategie delle europee...(foto Startupper Magazine)