L'Italia è un Paese sempre più popolato da anziani e questi ultimi sono spesso abbandonati al loro destino e non sono ritenuti dalla società civile come una risorsa. Cosa è possibile fare per la terza età? Come si può evitare la solitudine? Ospiti del nostro format il "Cappello di Archimede", il prof. Ignazio Vecchio (neurologo) e la prof. Cristina Tornali (neurologo e fisiatra), dal 1985 direttori del centro "Virdimura", hanno cercato di rispondere a queste domande. «Il metro di misura dell'essere umano non è l'età anagrafica ma l'idea, dobbiamo emulare coloro che nel silenzio hanno recitato negli anni ruoli che non devono assolutamente scomparire» afferma il prof. Vecchio. «L'aspetto mediatico piuttosto che focalizzare le criticità dovrebbe concentrarsi su punti di incontro con le nuove generazioni, quella che tutti chiamano terza età è invece una gioventù proiettata nel tempo, la gioventù del cuore non conosce vecchiaia o farmaci», conclude il neurologo. «Dentro al corpo c'è un'anima, non siamo solo un involucro, la bellezza nasce dal nostro interiore, siamo ciò che proviamo dentro, la chirurgia estetica ci rende tutti uguali ma dentro al corpo abbiamo un'anima che in fondo non invecchia», sostiene la dott. Tornali. Semplici ma molto non efficaci i consigli che i due specialisti danno in merito all'inesorabile trascorrere del tempo. «È fondamentale essere sempre in movimento», afferma Vecchio, «che non significa per forza andare in palestra, basta passeggiare, la vecchiaia non deve essere un timore, l'uomo è un'evoluzione spirituale, siamo scintille di una grande luce», conclude. «Gli anziani sono essere speciali», ci dice la professoressa Tornali, parafrasando Battiato, «bisogna averne cura, sia nel corpo che nella mente, è importante renderli partecipi, chiedere loro dei consigli, tutto questo li aiuterà a dare un senso a questa fase della vita».