“In una delle cene che abbiamo avuto qualche settimana fa a Torre del Grifo, ho raccontato a Tacopina la trasferta del 7-0 a Roma e mi ha confidato che lui era sugli spalti della Roma ed era sconvolto dai 12 mila tifosi catanesi presenti in Curva. Lui mi disse: “Quando ho visto quella curva piena di persone che cantavano nonostante il pesante risultato ho pensato che quei tifosi fossero pazzi”. Da lì iniziò tutto.” L’avvocato Giovanni Ferraù, intervenuto nel corso della puntata di SalaStampa, ha raccontato un aneddoto da cui sarebbe scaturita la curiosità da parte di Tacopina nei confronti della piazza etnea. All’indomani della firma dell’imprenditore americano sul contratto preliminare d’acquisto, Ferraù si è detto sollevato per l’esito di una trattativa travagliata e intensa: “Il primo contatto telefonico tra me e Tacopina è avvenuto dopo il 23 luglio, eravamo a Firenze in Lega con Salice e Pagliara. Da li un contatto blando e poi da ottobre c’è stata un’accelerata e soprattutto nell’ultimo mese quando si è creata una pressione per chiudere quanto prima. A tutti i soci Sigi dispiace cedere ma era necessario consegnare il Catania a un investitore importante per poter volare in alto.” Dopo la firma, nel mese di febbraio è in programma il closing che potrà avvenire solo quando verranno chiuse le questioni ancora aperte con l’Agenzia delle Entrate e il Comune di Mascalucia ma l’avvocato è sembrato molto ottimista: “Abbiamo buone garanzie, dobbiamo fornire la completa documentazione che dipenderà anche dall’acquirente ma siamo molto più che fiduciosi.” Sul futuro della Sigi dopo il closing ancora il dilemma resta aperto e si continua a pensare mentre Ferraù ha parlato anche del suo futuro: “Rifarei tutto quello che ho fatto da maggio ad oggi nonostante la stanchezza. Se dovesse servire, mi farebbe piacere restare. Sono convinto che ci dovrebbe essere sangue catanese dentro la società ma ci sono tanti professionisti e so che il Catania è in buone mani.”