ASAEC Associazione Antiestorsione di Catania “Libero Grassi” – ETS
L’operazione “Sotto Scacco” eseguita dai Carabinieri del Comando provinciale di Catania, impone alcune considerazioni.
La prima: la criminalità organizzata locale, nelle sue varie articolazioni territoriali, tenta di realizzare un controllo del territorio attraverso la violenta richiesta del pizzo. Il fenomeno estorsivo, purtroppo, nonostante gli innumerevoli sforzi compiuti dalle forze dell’ordine, è ancora presente e, come tale, deve essere affrontato coniugando un’efficace azione repressiva ad un’opera culturale e sociale che renda consapevoli della forza e della convenienza della denuncia ma anche degli strumenti premiali che lo Stato mette a disposizione per chi si oppone alla criminalità mafiosa.
Il secondo: dalle indagini è emerso la figura dell’imprenditore che denuncia senza esitazione, perché ritiene ingiusta, prepotente, oppressiva e mafiosa la richiesta di denaro o di qualsiasi altro bene o servizio imposto violentemente. E’ il caso del titolare della ditta Condorelli che, senza indugi, ha immediatamente denunciato, non lasciando alcuna possibilità ai propri estortori. Egli rappresenta, come tanti altri, un modello positivo di coraggio, speranza e fiducia, rappresentazione di come sia possibile non piegarsi e continuare ad investire nella nostra terra senza scendere ad odiosi compromessi.
Purtroppo, resiste un’altra categoria di imprenditori o commercianti, anch’essi destinatari di richiesta di pizzo, i quali ritengono che, scendere a compromessi, essere conniventi ed affiliati ad un sistema criminale, possa essere vantaggioso, addirittura vincente. Nulla di più sbagliato!
Il momento in cui si è “avvicinati” è cruciale; lì si decide da che parte stare: per la legalità o contro la legalità. Sì, perché cedere alle richieste di pizzo comporta non solo distrarre importanti risorse finanziare alla propria attività che, invece, potrebbero essere reinvestite per migliorare la propria impresa, ma, soprattutto, sostenere finanziariamente le attività illecite della criminalità organizzata e, così, permetterle di essere sempre più potente financo, un giorno poter rilevare la stessa impresa.
Se tutti denunciassimo e collaborassimo con le forze dell’ordine riusciremmo nell’impresa più difficile: liberare la nostra attività dall’odioso giogo dell’oppressione mafiosa.
E allora, che aspettiamo?
Denunciamo, denunciate! Denunciare conviene, sempre!