Riceviamo e pubblichiamo la nota di Luciano Zanchi, presidente di Assointrattenimento. Discoteche ancora chiuse. L’incapacità di decidere crea situazioni pericolose, illogiche e discriminatorie. Alla luce delle notizie apparse sui media in data 30 giugno 2021, relative allo “slittamento” della riapertura delle discoteche, Assointrattenimento esprime forti critiche sull’operato del Governo. È necessario ricordare che i locali da ballo e le discoteche sono da considerare sullo stesso piano di aziende di altri settori e non devono essere discriminati, come invece sta accadendo: in modo particolare si registra la posizione di settori analoghi come bar, ristoranti e circoli privati che, diversamente, oggi sono operanti in assenza di precise regole nei luoghi all’aperto e con lievi restrizioni nei locali al chiuso. È sotto gli occhi di tutti che, nonostante il divieto di “ballo”, su tutto il territorio nazionale si assiste all’organizzazione di manifestazioni abusive in luoghi anche non convenzionali come ad esempio circoli privati, ristoranti, bar, spiagge, pubbliche piazze, fabbriche abbandonate e altro ancora, il tutto consentito dalla completa assenza di controlli da parte delle autorità preposte. Tale situazione è alimentata dall’attuale legislazione che consente lo svolgimento di attività di socializzione e di ballo in luoghi non autorizzati, a scapito della sicurezza, dell’igiene e della prevenzione. Assointrattenimento ha chiesto nella giornata di ieri di incontrare il Presidente Draghi, oltre che il Ministro Giorgetti, il Ministro Garavaglia, il Ministro Speranza e il sottosegretario Costa. Sono necessari chiarimenti. Le aziende del settore sono inevitabilmente condotte al fallimento con conseguente perdita di lavoro di 100.000 addetti. In assenza di una immediata convocazione da parte del Governo, Assointrattenimento adirà ad un iniziativa legale in merito alla tutela dei diritti economico/patrimoniali delle aziende italiane del settore pubblico spettacolo che, a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19, sono state inibite all’esercizio della propria attività, divieto ancora oggi perdurante, con conseguente depauperamento del valore della propria azienda in assenza di idonei ristori e/o indennizzi da parte dello Stato italiano, subendo inoltre discriminazioni rispetto al trattamento riservato ad altre categorie imprenditoriali e, nei fatti, patendo danni gravi e irreparabili. Ci auguriamo dunque che il Governo abbia la consapevolezza del proprio incerto, inerte e ambiguo contegno che sta creando ulteriori e irriparabili danni al settore dell’intrattenimento, oltre all’evidente “danno sociale” che si sta producendo per la mancanza di luoghi sicuri e controllati ove recepire l’enorme esigenza di socializzazione che i cittadini legittimamente richiedono dopo mesi di contenimento. Auspichiamo a brevissimo di poter interloquire con il Governo per salvaguardare le aziende superstiti del settore che non devono in alcun modo essere discriminate e che hanno subito danni non paragonabili a quelli di nessun altro settore economico. Luciano Zanchi