“Non si può morire in questo modo”: lo sfogo è lungo e la rabbia è tanta. Questo il pensiero dei numerosi giovani che già dalle nove e mezza di questa mattina protestano a piazza Roma per la morte del giovane Lorenzo Parelli. Il ragazzo è morto schiacciato da una leva d'acciaio durante l'ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro mentre lavorava alla Burimec di Lauzacco (Udine).È sciopero nazionale degli studenti oggi. Nessuna misura di sicurezza per tutti quegli allievi che come Lorenzo sono state vittime di gravi incidenti in stage scolastici. Si chiamano “Percorsi per le competenze trasversali ed orientamento”: il sistema è marcio, lo scopo è vago. "Lorenzo non è stata la prima vittima dell'alternanza scuola-lavoro": vero, e proprio per questo dovrebbe essere l'ultima. L'istruzione, la formazione, tutte cose che ha pagato a caro prezzo. “L'Italia ci insegna a lavorare gratis”: gridano in molti. Un coro unanime, omogeneo, lo stesso che deve rimbombare nella mente di chi è complice. Siamo tutti vittime in questo mondo al contrario, dove persino l'art. 4 sembra perdere gli stessi diritti che millanta, la sicurezza che ostenta, esalta e basta. Non si tratta di pretese, si tratta di Costituzione, si tratta di attuare ciò che questa scolpisce, niente di meno che fra i suoi principi fondamentali. Parole dure quelle espresse da questa ragazza, anche lei in sciopero per Lorenzo e per tutti quegli studenti di cui con noi si fa ora portavoce: "Ci fanno fare ore ed ore di corsi e protocolli di sicurezza che poi non rispettano". In un tempo in cui si dibatte per le elezioni del Presidente della Repubblica, fra fumate bianche, schede beffarde; fra un “Rocco Siffredi!” e una “Valeria Marini”, siate quei giovani che vogliono cambiarlo questo sistema. Cambio generazionale: presto o tardi arriverà anche questo. Ma quanto ancora bisogna aspettare affinché anche i giovani siano rappresentati?