Lo sciopero degli autotrasportatori non accenna a placarsi; dopo la riunione al Palaregione di Catania, alle 15 di ieri l'assessore Marco Falcone e il presidente dell'Aias Pippo Richichi hanno incontrato al casello di San Gregorio il presidente della Regione Musumeci. Sul campo polizia, carabinieri e finanza. La richiesta degli autotrasportatori rimane sempre la stessa: "Chi sarà in grado di fornirci l'eccedenza del 30% rispetto a ciò che spendiamo?". A gridarlo un orgoglioso manifestante che viene subito applaudito dai suoi colleghi, stanchi come lui delle condizioni in cui il governo nazionale li costringe a vivere. "Non possiamo andare in nessun posto. Danno e casino non ne vogliamo fare, ma abbiamo bisogno di risposte". C'è tensione nell'aria che proprio non doveva esserci. Le preoccupazioni attuali sono parecchie e mentre la regione si occupa anche della vertenza in corso, a Roma si pensa invece alla situazione degli esteri e alla guerra già in atto tra Russia e Ucraina. Caro carburante, la protesta partita da Sicilia e Puglia sale sempre di più attraversando gran parte della penisola italiana. Momenti concitati nel Foggiano, quando nella mattinata di ieri un autotrasportatore manifestante è stato accoltellato da un automobilista alterato dalla vista dei numerosi mezzi in colonna. Nessuna soluzione al problema, i camionisti si sentono dimenticati. Appena due giorni fa l'incontro con la viceministra Bellanova che non aveva portato a nulla, se non alla richiesta sempre più impellente di poter dialogare direttamente con Giovannini, ministro delle Infrastrutture a cui la categoria ripone adesso ogni speranza. Appena arrivato Musumeci ha espresso il suo risentimento verso tutti i protestanti, garantendo loro supporto, invitandoli comunque a fare un passo indietro nel tentativo di allentare la morsa sulla già disagiata situazione economica. "Non possiamo andare oltre quello che è stato deciso sul credito e sulla tantum determinata. Il nostro è un disagio anomalo rispetto a quello delle altre regioni ed è per questo che dobbiamo affrontare la questione nella specificità della nostra isola che per quanto tale ci costa ogni anno 6 miliardi e mezzo mai stati compensati con nessun'altra misura. Quest'anno ci hanno concesso solamente 100 milioni di euro, il che è davvero una barzelletta". Il presidente ha poi aggiornato gli autotrasportatori sul rapporto con Giovannini, cui tra l'altro si tenta adesso di arrivare nella speranza di ottenere risposte valide e concrete. "Ho mandato un messaggio al ministro per un incontro immediato e attendo che mi risponda in serata data la sua sempre presente disponibilità al dialogo con le regioni. Stiamo facendo pressione su Roma, ma in ogni caso nei prossimi giorni giungeremo in Capitale, con o senza l'appuntamento. Questo ve lo assicuro". "In quel caso sarò io stesso a protestare insieme a voi": ha detto agli autotrasportatori. Ma, perché c'è un ma, le problematiche derivanti dal fermo attuale hanno procurato un blocco dell'economia che non possiamo certo trascurare. "In questo momento è già difficile che si possa sbarcare il lunario, per cui da presidente di Regione vi chiedo di allentare la presa per evitare di intaccare lavoratori che come voi sarebbero vittime innocenti". Immediata la risposta del presidente dell'Aias che ha controbattuto evidenziando il problema reale che l'intera categoria proprio non manda giù. "Mentre prima certe vertenze si riusciva a risolverle in breve, con questo Governo arrivare al presidente del Consiglio sta diventando molto più difficile. Non c'è più quel rapporto di prima, dialogare è diventato difficile ed è come se Roma ci avesse sbattuto la porta in faccia. Noi non aspettiamo più nessun incontro, non abbiamo più né tempo, né forza; ci sentiamo presi in giro". Approfittando del silenzio assenso del presidente Musumeci rispetto alle parole di Richichi, Giuseppe Zarba, presidente dell'associazione Concessionari ha sottolineato quanto sia importante in questo momento alleggerire la situazione. "La filiera di Vittoria chiede di poter passare la frontiera per evitare che tutto vada in fumo. Quello che chiedo è di far passare i camion dell'ortofrutta per dare un po' di ossigeno ai contadini che non hanno nessuna colpa". Scontato il responso dei manifestanti che si sono detti contrari alla possibile opzione dato lo sciopero collettivo all'interno della regione, ma anche della penisola. Intanto oggi dalla Digos arrivano aggiornamenti sulla situazione. Tutto tranquillo a San Gregorio, mentre si attendono adesso notizie da Palermo circa la possibilità di essere ricevuti a Roma.