È ancora tragedia nel Mediterraneo, dove un gommone con circa 85 migranti provenienti dalla Libia si è bloccato dopo pochi giorni dalla partenza costringendo le persone a bordo a resistere fino all’arrivo dei soccorsi dell’Ocean Viking, la Sos Méditerranée, giunta ieri 14 marzo verso mezzogiorno. Tuttavia, nonostante l’intervento dell’ong, sono purtroppo allarmanti le dichiarazioni dei sopravvissuti, che hanno confermato come siano ben 60 le vittime del viaggio, tra cui anche donne e bambini.
A dare rendere note le informazioni comunicate dai sopravvissuti è un tweet della Sos Méditerranée, che ha inoltre segnalato la presenza tra i sopravvissuti di due persone svenute, non rianimabili nella circostanza del ritrovamento, che sono state trasportate d’urgenza in Sicilia in elicottero per dar loro assistenza immediata. Nel comunicato si rende noto lo svolgimento dei fatti: partiti in 85 da Zawiya, in Libia, il gommone si sarebbe fermato dopo soli tre giorni di navigazione per un guasto al motore; il soccorso dell’ong sarebbe giunto il settimo giorno dalla partenza, ma in quei quattro giorni alla deriva sarebbero morti in 60 a causa della mancanza di acqua e cibo, con l’ennesima trasformazione da viaggio della speranza a vera e propria tragedia.
Nei primi tre mesi del 2024 salgono già a 230 le vittime in mare, numeri allarmanti che rischiano di salire ulteriormente: le Ong legano infatti l’aumento delle stragi in mare al decreto-Cutro voluto con insistenza dal Ministro degli Interni Matteo Piantedosi, che prevede un limite al numero di interventi delle navi umanitarie. Eppure, in presenza di più navi di soccorso, sono aumentate in passato anche le attività dei trafficanti, con la conseguenza di un incremento delle vittime in mare. Insomma, che ci siano o non ci siano le Ong, i migranti continuano a morire nel Mediterraneo, ed è sull’evitare che ciò accada che la politica dovrebbe rivolgere la propria attenzione.
Crediti - SOS MEDITERRANEE France