Nella giornata di ieri, 25 aprile, nelle campagne di Vittoria in provincia di Ragusa è avvenuta una sparatoria ai danni di un 62enne, Roberto Di Martino detto “u cuzzularu”. La vittima era un presunto killer negli anni Novanta e probabile membro del clan mafioso Dominante, ma divenne successivamente collaboratore di giustizia aderendo al programma di protezione testimoni, terminato nel 2021.
Secondo quanto raccontato dalla vittima, sopravvissuto all’attentato e ora non in pericolo di vita, mentre si trovava in zona cimitero un veicolo si sarebbe fermato vicino a lui e un uomo avrebbe sparato due colpi di arma da fuoco colpendolo al collo e al volto. Di Martino sarebbe poi arrivato a casa di un cognato là vicino chiamando la polizia e venendo trasportato in ospedale.
L’evento ha scatenato paura negli abitanti del comune, poiché richiama alla memoria gli anni bui delle lotte tra clan. Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa, ha commentato l’evento: “Il ferimento di Roberto Di Martino a seguito di un attentato con colpi di arma da fuoco è un segnale preoccupante per Città di Vittoria. A poche settimane dell'omicidio di un giovane, torna la preoccupazione e tornano i ricordi tragici di passate stagioni quando gli omicidi e le guerre tra clan erano frequenti. Vittoria è da sempre una città difficile, aggredita dalle mafie e dalla criminalità organizzata con la droga, il racket e l'imposizione mafiosa di servizi nel mondo dell'economia legale”.
“Molte le operazioni condotte dalle forze dell'ordine in questi anni che hanno sgominato bande, malaffare e sequestrato ingenti quantità di beni immobili, capitali ed aziende operanti principalmente nella filiera agricola. Packaging, autotrasporti e rifiuti sono stati i settori dove hanno operato aziende poi finite sotto sequestro e successivamente confiscate”.
“Questo dimostra - continua il segretario - come le mafie sempre di più investono in attività economiche i proventi delle attività illecite. Di fronte a questo occorre tenere alta la guardia a tutti i livelli. La CGIL è a fianco delle Istituzioni in questa battaglia, affinché possa esserci ribellione e resistenza concreta contro le mafie, perché insieme all'azione repressiva delle forze dell'ordine serve alzare il livello di coscienza della società nel suo complesso. E occorre soprattutto che nell'apparato economico e imprenditoriale si innalzi al massimo la guardia, elevando argini affinché le parti sane non si mischino con le imprese mafiose anche se "pulite" all'apparenza”.