Le elezioni europee sono sempre più vicine, e domenica 26 maggio ci si recherà alle urne per votare. Pietro Bartolo, medico di Lampedusa e candidato per il PD in quota Demos per due circoscrizioni (Centro Italia e Isole), ha dichiarato oggi a L’Informazione Raccontata la sua promessa, in particolare sul fenomeno dell’immigrazione: “La mia promessa è quella di mettere subito mano al trattato di Dublino, che è il nostro capestro. Questo infatti ci obbliga ad identificare queste persone e a trattenerle nel nostro paese, che fa parte dei paesi d’ingresso insieme a Spagna, Malta e Grecia. Ci costringe a farli rimanere qui, anche quando loro vorrebbero andare altrove in Europa, magari nei grandi paesi del nord come Germania o Francia. L’impegno che io mi prenderò è quello di lavorare al trattato di Dublino e modificarlo, e sarà semplice arrivare ad una soluzione perché ci sono paesi che effettivamente vogliono contribuire a questa modifica.” Insieme a lui anche Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant’Egidio di Sicilia, che sostiene Bartolo nel clima particolare di queste elezioni. Particolare perché “non ci sono ancora state liti tra membri del governo – dice Emiliano Abramo – come per esempio tra il ministro Di Maio e il ministro Salvini, sul decreto sicurezza-bis che rende irrilevante l’operato di certi magistrati, come chi ha operato sulla nave Diciotti.” Allora, in un clima così, è forse il caso di concentrarsi su una proposta semplice come quella di Bartolo, il cui obiettivo principale è quello di riportare in Europa alcuni valori che sembrano essersi smarriti, come l’accoglienza e l’umanità. Pietro Bartolo dichiara di sentirsi responsabile, perché per 28 anni è stato un medico in prima linea a Lampedusa. Lì purtroppo ha visto tanta sofferenza, ed ha così cercato di conoscere la realtà di Lampedusa, quello che succede nel Mediterraneo e che sta succedendo in Libia. Dopo aver realmente compreso che le cose non stavano cambiando, dal momento che l’immigrazione è un fenomeno strutturale che bisogna affrontare con lungimiranza, ha pensato di far sentire la sua voce e di iniziare a raccontare la verità, ciò che ha visto con i suoi occhi attraverso film (“Fuocoammare”, prodotto con Gianfranco Rosi nel 2016), e libri come “Lacrime di sale”, nonché parlandone in giro per l'Italia e il mondo. Negli anni si è sviluppato una sorta di odio nei confronti di queste persone, e buona parte della colpa è proprio della politica, che è diventata una politica dell’odio. “Ho visitato più di 300.000 persone in questi anni – dice Pietro Bartolo - e sono delle persone normali, che hanno avuto la sfortuna di nascere dalla parte sbagliata, ovvero dall’altra parte del Mediterraneo.”