Centinaia di occhi, increduli e divertiti, incollati per tre notti ai palchi improvvisati dell’Ursino Buskers: il festival dei performers e degli artisti di strada che si è tenuto a Catania, in piazza Federico Secondo di Svevia durante lo scorso fine settimana. Fortemente voluto e curato dall’associazione Gammazita, l’Ursino Buskers si ripropone ogni anno l'obiettivo di riappropriarsi delle piazze.
Le offerte…al cappello!
«In questi giorni giocolieri, ballerini, attori e musicisti hanno riacceso la luce di questi posti, nel cuore della città, dove ogni sera stagnano motorini e bottiglie di birre abbandonate sul pavimento della piazza», afferma con orgoglio una delle volontarie dell’associazione Gammazita, che da tanti anni ormai, si spende per creare a Catania spazi creativi e proporre un’alternativa a ragazzi e bambini che altrimenti starebbero in strada.
«L’uscita è da questa parte!» conclude la volontaria, indicando il cappello dei Buskers, dove è possibile lasciare un contributo per il festival e per i performers. Un’offerta “a cappello” a conclusione di ogni spettacolo.
Arte e magia uniscono tutti e tutte
A dominare il palco improvvisato, non solo gli artisti ma soprattutto il pubblico, più che mai eterogeneo e numerosissimo. Chi per caso e chi perché legato ad una ricorrenza annuale come questa, si è ritrovato in piazza Federico di Svevia, sotto al castello Ursino, travolto da uno spettacolo dopo l’altro. Adulti, ragazzi e bambini si sono mescolati tra giocolieri e musicisti, rassodando il legame tra vecchie e nuove generazioni in un incontro ammaliante davanti alla comicità e la bravura dei performers.
Un obiettivo concreto dietro al Festival dell’Ursino Buskers
Il festival, quasi senza volerlo, abbatte così numerose barriere, create talvolta anche dal quartiere
di provenienza. Numerosi sono infatti gli episodi di violenza che si verificano di solito in piazza tra i ragazzi del quartiere, ma davanti allo stupore di veder trasformato e riempito di musica e magia, il castello Ursino, anche i più riottosi hanno abbandonato la rabbia lasciandosi trasportare dall’atmosfera leggera di quelle sere. Se è vero allora, che spesso, chi viene lasciato al margine e rinchiuso all’interno di quartieri dove le tensioni sociali e culturali tendono ad esplodere di continuo, ha solo bisogno di un’alternativa. Di un luogo libero e aperto a tutti, fondato sul rispetto degli spazi e la condivisione di momenti creativi. Ritorna allora la sfida dell’Associazione Gammazita: riprendersi le piazze per dargli nuova vita.