Il Sifus rimane quasi sbalordito nel vedere tutti interessati al tema della siccità: per cui arriva il via libera al Piano idrico regionale da 1,6 miliardi.
Su questo argomento Schifani è perentorio: "Subito in cantiere opere per 92 milioni"!
Si tratta di nuove infrastrutture che riefficienteranno le reti idriche ed irrigue in Italia e per molti è come se si trattasse di un elemento di vanto, investire 16 miliardi di euro in questa direzione, senza valutare che in realtà ciò che si sta registrando è semplicemente frutto di una classe politica distratta e poco oculata che in questo ultimo trentennio si è susseguita rimanendo lontana dalle esigenze oggettive del territorio e non ascoltando la voce della natura, la quale in maniera spasmodica non si è mai stancata di lanciare campanelli d'allarme.
Ricordiamo come organizzazione sindacale che il 18 febbraio 2020 fummo invitati in Commissione all'Agricoltura e produzione agroalimentare dal senatore Gianpaolo Vallardi, della Lega, quando l'indirizzo di Governo verteva verso la chiusura dei Consorzi di Bonifica e lì spiegammo il fondamentale ruolo di sentinella che svolgono proprio i Consorzi di Bonifica, per la tutela e salvaguardia del territorio, la lotta all'erosione del suolo e la mitigazione del dissesto idrogeologico, nonché il ruolo attivo di Bonifica e regimazione delle acque!
Il Sifus ha sempre fatto notare l'importanza del rispetto dei livelli occupazionali previsti dalle piante organiche variabili definiti POV che hanno la necessità di essere flessibili nel rispetto dei cambiamenti climatici, ma che in realtà sono ferme a 30 anni fa.
Così come sono ferme la riqualificazione e la formazione professionale che permettono la partecipazione ai bandi previsti per questi Enti strumentali, senza gravare sul bilancio regionale.
Le peggiori disfunzioni si ravvisano in Sicilia, terra di estrema desertificazione e siccità, in cui l'acqua finisce in mare. Clamorosa la denuncia sul destino dell'acqua potabile del torrente Martello (Nebrodi), che porterebbe 7 milioni di metri cubi di acqua all'anno e che invece finisce in mare.
E poiché non si è capaci di regimare le acque verso gli invasi interriti e le condotte colabrodo che disperdono oltre il 55% del prezioso liquido chiamato acqua ed il personale operaio, pur registrando una carenza di ben 493 unità di lavoro professionali a tempo indeterminato - non si è capaci di trovare soluzioni concrete - a fronte di una platea di lavoratori a tempo determinato di 780 unità!
Ecco perché non c'è molto di cui gongolare; anzi, al contrario, andrebbero fatte una serie di ammissioni di responsabilità e di "mea culpa", al di lèà dei cambiamenti climatici. Oggi in Sicilia c'è appena il 25% di acqua negli invasi, una situazione paradossale che non si è generata nel giro di poche settimane: l'allarme era stato lanciato già nel mese di gennaio.
Un altro fallimento evidente - che ha portato la Sicilia alla ribalta negativa nazionale - sono le condizioni assolutamente desolanti del Lago di Pergusa (nella foto, prima e com è ridotto oggi), che sarebbe più giusto definirlo acquitrino…Pergusa.
Ernesto Abate, segretario generale regionale Sifus