Pubblichiamo una lettera a firma di una signora di Enna sulla crisi idrica infinita; la signora si rivolge a Ernesto Abate (nella foto), segretario generale regionale del Sifus Consorzi di Bonifica che risponde in modo dettagliato. Vista la delicatezza dell'argomento, i gruppi politici hanno chiesto al presidente del consiglio Paolo Gargaglione di invitare a partecipare ai lavori straordinari del Consiglio Comunale l'Ati, Acqua Enna, una rappresentanza di deputati regionali e il capo della Protezione Civile siciliana, ing. Salvatore Cocina.
Salve signor Ernesto Abate, segretario generale regionale del Sifus: le volevo fare delle domande se per lei non è un problema. Non so se è a conoscenza dell'emergenza Acqua a Enna. Venerdì scorso tramite un avviso, Acqua Enna ha deciso di erogare l'acqua ogni 6 giorni con una turnazione a maglie; quest'acqua verrà erogata dalla mezzanotte alle ore 8.
A questo punto un gruppo di cittadini hanno deciso di protestare: in 4 sono riusciti a parlare con il direttore, ma sappiamo bene che molti di noi sconosciamo i termini tecnici e altro ancora.
In conclusione hanno chiesto di ripristinare i giorni perché prima veniva erogata ogni 4 giorni e di mattina. Ma nulla da fare: ci è stato detto sopperite alle emergenze usufruendo delle autobotti a pagamento (Acqua fornita dallo stesso gestore): quindi noi abbiamo deciso con un atto di ribellione di strappare le bollette.
Adesso hanno creato un Comitato cittadino per ribellarsi non solo per l'acqua ma per la cattiva gestione nel corso di questi 20 anni. Domani invieranno un esposto alla Procura e agli altri organi competenti. Bene mi sono dilungata tantissimo, ma la situazione Acqua Enna e Sicilia Acque è lunga e tante cose sotto banco non le conosco.
Ma volevo chiederle cosa possiamo fare noi cittadini oltre a questa protesta, lo sappiamo bene che è qualcosa più grande di noi. Ma siamo stanchi, stanchi di pagare l'acqua più cara d' Italia. Le chiedo un consiglio anche perché quello che stiamo leggendo in questi ultimi giorni mi ha lasciato stranita.
Quello che ho capito è che il sindaco di Enna Dipietro vuole sopperire a questa emergenza “togliendo” l'acqua al Consorzio di bonifica, sostenendo che il consorzio ha altre fonti a cui attingere. Secondo lei è giusta una scelta del genere? La ringrazio anticipatamente per la risposta.
firmato: signora Daniela
Posizione Sifus e risposta di Ernesto Abate
Salve Daniela, la questione è complessa più del previsto, in quanto i Consorzi di Bonifica non sono gestori delle acque, ma lo sono il DAR (Dipartimento Acque e Rifiuti), l'Autorità di Bacino e l'Enel.
Questo ci mette in una posizione di debolezza nel campo delle scelte di gestione e quindi i Consorzi di Bonifica pagano il pegno tanto quanto i cittadini e utenti consumatori.
Purtroppo la “malagestio politica” che nell'ultimo trentennio ha spostato l'interesse altrove, pensando bene che queste infrastrutture fossero eterne, non ha tenuto conto degli effetti deleteri dovuti al cambiamento climatico, con una serie innumerevole di incendi e alla desertificazione crescente.
Premesso ciò, questo dramma che si vive in Sicilia non si risolverà né con i dissalatori e nemmeno con la realizzazione di nuove infrastrutture che possano ridurre le farraginose perdite di acqua che superano di gran lunga la metà dell'acqua erogata, poiché c'è un dato di fondo che tutti trascurano.
Se non si riparte da dove ci si è fermati, a nulla serviranno le scelte di questo Governo regionale.
Ecco perché è fondamentale dare voce ai comitati spontanei che sono la libera voce del cittadino.
Ma torniamo alle ragioni che sostengono l'unica soluzione e strada percorribile per fronteggiare desertificazione, cambiamento climatico, siccità e bombe d'acqua.
Occorre ripartire dalla piantumazione di foreste e boschi utilizzando dal principio delle piante pioniere per poi successivamente sostituirle con piante autoctone, affinché si ristabilisce il microclima utile a favorire l'umidità e le piogge.
Contemporaneamente, occorre puntare alla regimazione ed accumulo delle acque e solo a quel punto saranno efficaci i progetti esecutivi che puntano a efficientare nuovamente le reti idriche ed irrigue.
Purtroppo i dissalatori sono la sterile risposta di chi non ha progettualità e programmazione e si nasconde dietro soluzioni costose ed inefficaci, visto che le nostre reti irrigue non nascono dal mare verso le montagne, ma al contrario seguono il corso naturale che porta per caduta l'acqua verso il mare.
Per la riduzione dei turni d'acqua è il chiaro fallimento di una gestione fallimentare che non ha garantito quanto promesso dal Governo Schifani e se non ci sarà la mano divina a porre rimedio, purtroppo le restrizioni non potranno che aumentare.
Nella lotta posta in essere dal comitato puntate in questa direzione dato che il Governo regionale dispone di poco più di 16.000 operai Forestali, circa 250 operai dell'Esa (Ente sviluppo agricolo) e circa 1200 tra dipendenti ed operai dei Consorzi di Bonifica che per legge devono occuparsi di riforestazione e regimazione delle acque e bonifica del territorio. Sulla carta, però.
firmato: Ernesto Abate, segretario generale regionale Sifus