Il calcio giovanile è in pie crisi tecnica, sociale, culturale ed economica. In questi ultimi anni con l’avvento di moltissime scuole calcio che devono sottostare a regole economiche, perché sovvenzionate solamente dai genitori dei bambini e senza alcun contributo sportivo, comunale, del CONI, della FIGC o della Regione Siciliana, molto spesso i dirigenti e gli allenatori sono “ricattati” nel far giocare questo o quel bambino.
Sì, oggi nelle scuole calcio gli allenamenti sono quasi giornalieri dalle 15 fino alle 19 in orari pazzeschi per Pulcini, Esordienti, e questi under 14, 15 e 17, che sono costretti a far i conti con uno studio pomeridiano non lineare e produttivo. Ma bando alle ciance.
Quali sono gli aspetti completamente negativi? Primo la colpa principale è della FIGC e vi spieghiamo il perché. Negli passati la panchina dei giocatori era formata da cinque giocatori, che entravano in campo solo per estrema necessità.
Oggi in panchina ci sono ben 11 bambini, che avendo pagato la retta mensile, vogliono giocare per diritto acquisito, non per motivi tattici e che i genitori vogliono in campo a tutti i costi solo per il “sublime piacere” di vedere il loro pargolo in campo dare due calci al pallone! Risultato finale.
Ci sono partite in cui, a dieci minuti dalla fine entrano in campo 12 – 14 giocatori panchinari, che avendo pagato la retta mensile hanno il sacrosanto diritto di dare due calci, costringendo il povero arbitro a trascrivere tutti i cambi, come prevede il regolamento. Finale: non si capisce più nulla: entrano a raffica ogni due minuti questi ragazzi senza sapere assolutamente i compiti tattici che devono adempiere! Un caos totale ed il risultato non cambia.
Colpa della FIGC, che non sa cosa vuol dire pedagogia calcistica e psicologia dell’età evolutiva. Tiremm innanzi. Avete letto in questi ultimi tempi che qualche genitore entra in campo e colpisce violentemente l’allenatore del figlio sol perché non è titolare, oppure entra in campo a soli cinque minuti della fine della partita, perché il figlioletto non è stato impiegato nel ruolo da lui desiderato. Incredibile. In altri tempi quando Interclub, Cappuccini, Katane,Palestro, PGS Sales facevano calcio ad alto livello e non chiedendo una lira ai genitori nessuno si azzardava mai ad avvicinarsi al tecnico, tutti obbedivano ciecamente a grandi allenatori come Turi Castorina, Salvo D’Arrigo, Salvo Bianchetti, Melo Russo, Pippo Cappello, Fortunato Papaserio, Pippo Crisafulli, Salvo Lo Certo e molti altri. Ecco cosa dice Cosimo Di Benedetto, allenatore dei giovani della San Pio X al campo dei Giovani Leoni.
«In effetti parecchi genitori stanno esagerando – dice il bravo tecnico – perché per loro pagare una retta mensile vuol dire poter interferire sulla programmazione della squadra. No, non ci siamo. Non è così che si fa il bene dei ragazzi, perché se il padre, il compagno della madre, oppure uno zio, entra in campo per insultare il tecnico è sinonimo di follia collettiva, di prevaricazione culturale ed educativa. Per fortuna sono casi rari quelli che succedono a Catania, però dobbiamo vigilare, controllare, eliminare chi non intende rispettare le regole. Anche l’associazione allenatori dovrebbe intervenire in tal senso, o no?»
.
Ultima considerazione: andate a vedere queste partite, anche su You Tube. Vi renderete conto che il livello tecnico è molto basso in tutti i ruoli. Non ci sono più “talenti naturali” come Nino Rausi, Pippetto Fichera, Alfredo Nicotra, Stefano Musumeci, Maurizio Romeo, Scalia, Di Gregorio, Famoso, e moltissimo altri che negli anni Settanta ed Ottanta hanno onorato degnamente il calcio catanese. Così è, se vi pare.