Edmond Dantés, Conte di Montecristo... Le cronache delle ultime settimane sono state contrassegnate dalle vicende che hanno investito la magistratura e che hanno portato alle dimissioni di alcuni componenti togati del CSM, probabilmente "sollecitati" a compiere il gesto, cui inizialmente erano piuttosto refrattari, dalla presidenza della Repubblica. In questo contesto un ruolo determinante lo hanno assunto i principali quotidiani italiani, da un lato Repubblica (tornata Partito come ai bei tempi, fantastica la battuta di Massimo Giannini : "Repubblica non è un giornale ideologizzato"... E lui ci crede pure!), il Corriere e la Stampa, dall'altro il Fatto, la Veritá e il Giornale, se ci fermiamo ai più grossi. La polemica, ovviamente, ha anche, anzi soprattutto, risvolti politici che investono come si sa due parlamentari del PD, il renziano Lotti e il magistrato in aspettativa Ferri. Sappiamo che, grazie ad un sofisticato strumento, sono stati intercettati nel corso di una riunione notturna, carbonara, ove i due deputati, insieme ai componenti oggi dimissionari del CSM e ad un ex componente dello stesso organo, pianificavano la copertura dei vertici di alcuni importanti uffici giudiziari, in primis la Procura di Roma. Gli effetti e le conseguenze dello scandalo non si sono certo esauriti, né si sa quali essi alla fine saranno. La composizione togata del CSM si è di fatto già modificata, ai dimissionari sono subentrati i primi dei non eletti, mentre per altri due membri sono state convocate elezioni suppletive ad ottobre. Questa, in estrema sintesi, la questione ad oggi. Analizzando l'accaduto, ciò che più stupisce in tutta la vicenda sono la meraviglia, a tacer d'altro, e le reazioni dell'opinione pubblica, ma ancor più degli appartenenti alla stessa magistratura. L'ipocrisia, il fariseismo, il benaltrismo l'hanno fatta da padroni, per non parlare delle verginelle ingenue improvvisamente piombate nel mondo reale ! Ma a chi vogliono darla a bere ? Veramente qualcuno pensa che i magistrati, in quanto esseri umani, potessero essere e soprattutto comportarsi diversamente dagli altri componenti della Società? L' errore peggiore in cui si è incorsi negli ultimi venticinque anni è stato quello del delegare, di fatto, all'Ordine giudiziario la risoluzione in chiave etica e moralistica dei conflitti e dei problemi - tutti o quasi - del Paese. Non c'è questione, dalla corruzione al fine vita ovvero dai diritti civili ( si pensi al l'immigrazione) alle problematiche occupazionali, in cui in luogo della Politica con la P maiuscola la soluzione non sia stata demandata alle decisioni dei giudici. Decisioni, spesso se non sempre, permeate - inutile negarlo - inevitabilmente dalle tendenze ideologiche di un tal pubblico ministero piuttosto che quelle di tal altro giudice. Insomma, meravigliarsi dell'accaduto è da Alice nel paese delle meraviglie! Le nomine ai vertici degli uffici giudiziari sono state sempre lottizzate e distribuite con i criteri del manuale Cencelli, chi lo nega dice il falso. Certamente in questa occasione ciò che ha fatto più scalpore è la circostanza che a discuterne vi fosse un imputato, Lotti, della cui presenza - e soprattutto delle ragioni della presenza - non vi è alcuna giustificazione ( si intuisce, pensando male e facendo peccato, ma azzeccando...), tuttavia se non ci fosse stato Lotti ( non Ferri, da sempre compartecipe delle decisioni concernenti i magistrati...) non sarebbe accaduto nulla, nessuno avrebbe gridato allo scandalo e state certi che sarebbe continuato tutto come prima ! A coloro, specie tra i magistrati, che si strappano le vesti perché hanno scoperto l'acqua calda viene agevole replicare con la massima evangelica: chi è senza peccato scagli la prima pietra ! Nessuno si farà avanti. Ora, poiché come dicevano i latini "oportet ut scandala eveniant", sarebbe bene che si prendesse spunto da quanto accaduto per rientrare, in primis i magistrati, nell'alveo costituzionale per occuparsi di reati e contenziosi civili, senza pretese moralistiche o addirittura catartiche. Forse, e si sottolinea forse, il terzo potere riacquisterà la perduta fiducia. Edmond Dantés, Conte di Montecristo