MAURIZIO GROSSO: «Capiremo se le responsabilità sono da imputare all'Assessore Tony Scilla e al Presidente Musumeci o al Ministro alle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, adesso è più produttivo cercare di riaprire il dialogo tra le parti per rimediare a un torto storico per la Sicilia i cui siciliani pagheranno in termini di assenza di benefici e di tasse» Roma - E' singolare che il PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) finalizzato al rilancio delle opere irrigue in Italia che prevede un investimento economico capace di realizzare 149 opere pubbliche per un importo di 1 miliardo ed 620 milioni, ne preveda solo 37 per il meridione e precisamente: 20 per la Calabria, 11 per la Campania, 3 per la Basilicata, 1 per la Puglia, 2 per la Sardegna e zero per la Sicilia. A maggior ragione, se quest'ultima continua a sostenere di aver inoltrato 59 opere ( 50 già cantierabili) per complessivi 360 milioni. «La Sicilia – commenta Maurizio Grosso, segretario generale Sifus Confali - senza la realizzazione di queste 59 opere che sono state affidate ai Consorzi di bonifica e che in teoria si pongono l'obiettivo di ammodernare l'agrosistema irriguo colabrodo, continuerà a rimanere il fanalino di coda con grave pregiudizio per l'agricoltura. Ovviamente la mancata realizzazione di queste opere disattende le indicazioni del Recovery che si pone l' obiettivo specifico del recupero delle zone interne, a maggior ragione, se siccitose». «In sintesi – prosegue Grosso - il PNRR registra l'opposto della filosofia su cui si poggia: nelle aree del paese in cui sono generalmente maggiori le precipitazioni meteorologiche e più basse le temperature, verranno realizzate la maggior parte delle opere che si pongono l'obiettivo di ammodernare il sistema irriguo. Dove il sistema irriguo é caratterizzato da una rete colabrodo e si scontra con le alte temperature e la desertificazione non si realizzeranno opere pubbliche. Presto capiremo se le responsabilità oggettive del mancato finanziamento delle opere irrigue sono da imputare all'assessore regionale Tony Scilla, al Presidente Musumeci o al Ministro alle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli (a quel punto chiederemo le dimissioni dell'uno o dell'altro); adesso è più produttivo capire se impugnando il decreto e riaprendo il dialogo tra le parti, sia possibile rimediare a un torto storico per la Sicilia che i siciliani pagheranno in termini di assenza di benefici e di tasse. Il Sifus, in data odierna, ha chiesto ai segretari regionali siciliani dei partiti che appoggiano il Governo Draghi, di intervenire sull’argomento nell'interesse della Sicilia e del Meridione» conclude il segretario generale Sifus Confali. (credit foto: Blog Sicilia)