Il disagio psichico di cui si parla in studio consiste in un'ansia creata dalle continue ed inutili informazioni che, in un contesto già pesante, creato dal covid19, incrementano un malessere generale che incombe sulla società. Si vive assuefatti dalle immagini di guerra che scorrono imperterriti in tv, sui telefonini. L'informazione proviene da canali non sempre e solo d'informazione ma anche di svago. Pensiamo ai numerosi talk show e ai loro inviati di guerra. Programmi tv che nascono con l'intendo di intrattenere lo spettatore alleggerendolo dai problemi della quotidianità, oggi non fanno altro che creare ansia. Si è arrivati ad associare l'epatite acuta dei bambini come effetto del vaccino anti covid19.La prof.ssa Tornali sostiene: "Fa certamente piacere sentire che si è sviluppato un' interesse per la medicina ma devo sottolineare che il virus dell'epatite A, B e C sono virus esistenti da tempo che non hanno legame alcuno con il covid19 e o con il vaccino anti-covid. Il virus e il long covid rende una persona maggiormente esposta ad un basso controllo dell'immunità, quindi predisposta a prendere altri virus. Purtroppo i no vax riversano sui social diverse fake news. Al momento è certo che la fine dell'emergenza è stata una scelta politica. A mio parere nei luoghi al chiuso sarebbe opportuno state attenti ed utilizzare le precauzioni del caso. Non bisogna però vivere in ansia. Purtroppo le continue notizie di guerra influiscono ad averla. Le immagini televisive sono una sorta d'ipnosi collettiva, incrementano la paura. ".Secondo il prof. Ignazio Vecchio bisogna in ogni caso saper gestire l'ansia: "L'informazione trova come palcoscenico un argomento guerra che coniugandosi con la pandemia pone discorsi conflittuali. Dopo l'epoca del sovietismo, a livello inconscio, in tanti soggetti si è scatenato un richiamo da calamita verso l'antico mito che viene dall'est. Il sovietismo in Italia è quella sorta di ignobile giustificazione dell'aggressore, in questo caso uno schieramento di leadership. Di conseguenza tutte le ripetute informazioni giornalistiche rendono la situazione più complicato di quanto già sia. Tutto ciò crea disagio psichico, crea ansia. La soluzione è la PACE". Una tematica difficile da affrontare ma purtroppo che incombe pesantemente. La prof.ssa Tornali dichiara: "L'adolescenza è una fase in cui si cerca la propria identità e si ci rifà in dei modelli familiari da seguire. Se questi modelli sono assenti si cerca quanto detto in altro. In ciò gioca un ruolo fondamentale l'uso delle sostanze stupefacenti. Da qui l'abuso. Mancando il ruolo della famiglia, il ruolo dell'educatore scolastico è fondamentale". Conclude il prof. Vecchio: "In molti soggetti manca l'amore per dare un senso alla vita. Gli anziani non sono più riferimento. La società dei consumi e della produttività ha creato uno standard per la quale se ci si discosta non va bene. Il disagio fa si che aumenti la trasgressione e diminuiscano le idee. Dobbiamo imparare ad onorare la vita, a rispettare l'altro".Al Cappello di Archimede il prof. Ignazio Vecchio, neurologo e la prof.ssa Cristina Tornali, fisiatra e direttore del Centro di Accademia di Arti Sanitarie hanno dibattuto sulla grave situazione d'ansia in cui è riversa la società.
Aumentano tra i giovani adolescenti i casi di autolesionismo. Aumenta l'incidenza di casi di tentativi di suicidio, abusi di farmaci e di dipendenza da alcool. Giovani 13enni che soffrono, perchè?