In una modernità dove dolore e forza vengono spettacolarizzate alimentando una narrazione che costringe, soprattutto i giovani , a schierarsi per affermare con decisione e violenza se stessi; il nuovo documentario su Don Pino Puglisi, primo parroco ucciso per mano della mafia, regala invece una storia diversa, dove non è necessario essere contro qualcosa per combatterla. "Me l'aspettavo-il sorriso di Don Pino" prodotto da Officina della comunicazione, è stato presentato nella Chiesa di Santa Chiara a Catania, il quartier generale della Comunità di Sant’Egidio, in occasione del festival della comunicazione, raccontando un lavoro di squadra che, affondando le conoscenze nella storia di Don Pino, ha permesso di narrare una storia di profonda attualità. «Ciò che ha fatto è andare all'essenziale con amore», così esordisce monsignor Luigi Renna, arcivescovo di Catania, intervenuto durante la presentazione. «Don Pino Puglisi è un esempio del vangelo incarnato». Estrapolare una storia di grande esempio di cittadinanza è infatti il vero obbiettivo del progetto, reso possibile dalla forte collaborazione tra Officina della Comunicazione e Rai Documentari ed implementato dall'importante contributo di Il focus, puntato sul sorriso emblematico con cui don Pino Puglisi ha accolto la morte trent'anni fa è il tassello chiave di una storia costruita attorno alla frase ricorrente: "Me l'aspettavo". «Non è una commemorazione per una vittima della mafia, né la vita di sacerdote antimafia» spiega Viganò “Don Pino è solo un uomo che ha deciso di fare il suo mestiere nel migliore dei modi e per questo, pur sapendo di andare incontro a un rischio che gli è costato la vita, ha deciso di continuare per la sua strada, perchè è così che chi semina amore fa”. A rafforzare il concetto e spiegare la scelta di adottare la forma del documentario è Fabrizio Zappi, direttore della sezione documentari della Rai:«Il linguaggio del documentario si presta in maniera congeniale per veicolare messaggi e contenuti che possano trovare riscontro nell'oggi». Tramite, infatti, archivi storici ed interviste, inserite nella produzione, che ritraggono a tutto tondo l'incontro con un uomo come Don Pino, è possibile per Zappi trasmettere un messaggio d'amore: «In questo modo lo spirito del servizio pubblico, trova rappresentanza». Le interviste inserite, spiega inoltre Elisabetta Soila, amministratrice dell'officina della comunicazione, donano trasporto ed empatia al pubblico poiché ognuno degli intervistati conosceva Don Pino in maniera diversa. In questo modo, l'aspetto del documentario che andrà in onda il 29 maggio sulla Rai, abbandona i caratteri classici dei documentari spesso dogmatici. La critica di Viganò verso la narrazione perpetrata dai mezzi di comunicazione, tra cui la televisione, è concisa e puntuale. «Raccontare la storia di Don Pino vuol dire rompere una narrazione televisiva che alimenta la necessità di essere "contro " qualcosa ed imporsi con forza sugli altri» riflettendo inoltre sulla velocità che scandisce assiduamente la vita di ognuno, il Vice cancelliere aggiunge che fermarsi ad assorbire l'eredità di una storia vera è estremamente virtuoso. Abituarsi ad afferrare solo concetti astratti con velocità e superficialità ci rende lontani da valori che invece dovrebbero essere più facilmente tangibili. «La Chiesa-continua Viganò- dovrebbe abbandonare la retorica e la filosofia e farsi guidare dagli esempi di uomini che hanno marcato la terra con amore». , responsabile regionale della Comunità di Sant’Egidio, ha moderato il dibattito svoltosi dopo la proiezione del documentario, aggiungendo alcuni elementi di spunto interessanti e utili per legare la vicenda di Don Pino alla stretta attualità.La storia di don Pino Puglisi, dal 29 maggio sarà trasmessa sulla Rai; una grande occasione per comprendere la storia di chi, attraverso il proprio mestiere ha sottravo alla mafia la linfa vitale più essenziale: i giovani; non per attrarli a se ma per renderli liberi di aumentare e nutrire ciò che più desiderassero. «Me l'aspettavo»seminare amore con coraggio e consapevolezza
Mons. Viganò, Vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze.Lo spirito del servizio pubblico trova rappresentanza nella storia di Don Pino
Abbandonare la retorica per abbracciare storie di vita concrete
Emiliano Abramo