“Con i CPR siamo fuori dai diritti basilari. Dal punto di vista umano sono luoghi di marginalizzazione. Vengono recluse persone in condizioni inaccettabili. E’ questo il segno di una politica dell’immigrazione che va completamente ribaltata. Bisogna puntare sull’accoglienza e sull’inclusione, politiche opposte si sono dimostrate fallimentari. Quindi il nostro no ai CPR è assoluto. Siamo contenti che la nostra iniziativa oggi abbia avuto ampia e partecipata adesione di associazioni laiche e cattoliche. Questo significa che c’è un’altra idea di paese che si vuole affermare avendo a riferimento la nostra Costituzione”.
Questo il pensiero di Alfio Mannino, segretario generale della CGIL Sicilia, che oggi ha lanciato questa iniziativa contro la politica dell’immigrazione del Governo Meloni sotto le reti di un’area reclusa della zona ASI Modica- Pozzallo dove è stato ospitato il nuovo CPR inteso come sosta breve.
Presenti i massimi dirigenti della CGIL Sicilia e della CGIL di Ragusa e di associazioni e movimenti e del volontariato come ARCI, Libera, UISO, AUSER, Mediterranea Saving, ANPI, Emergency e ASGI, i parlamentari regionali Nello Di Pasquale e Stefania Campo, la manifestazione ha avuto il momento di massima aggregazione con gli interventi che si sono succeduti sul palco e moderati da Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa: “La questione legata all’esistenza dei CPR, commenta Scifo, tocca diritti riconosciuti dalla nostra Costituzione attesa la natura di questa strutture e che non vengono applicati. E’ il caso delle detenzioni che valutiamo illegittime come suffragate dalle sentenze che sono state emesse e c’è anche un altro tema importante ovvero il motivo per cui la CGIL ha scelto di fare questa manifestazione: avere nel paese persone con una fragilità giuridica di status significa consegnare migliaia di donne e uomini al mercato nero, allo schiavismo, al capolarato: questo è il concetto di sicurezza che va ribadito e ribaltato che vuole garantire al sistema di non produrre irregolarità.”
Il nuovo Cpr di Pozzallo
Il nuovo CPR di Pozzallo sarà capace di contenere trecento nuovi posti di cui 84 da destinare all’attivazione del primo centro per i rimpatri veloce. Il nuovo centro si estende su un’area di Container perimetrato da barriere new jersey e filo spinato e destinato ad ospitare i richiedenti asilo, provenienti dai cosiddetti Paesi sicuri, che verranno trattenuti direttamente allo sbarco e rinchiusi qui in attesa dell’esame della loro richiesta di asilo. Che dovrebbe avvenire entro cinque settimane, con le cosiddette procedure accelerate di frontiera.
Ma cosa sono queste strutture involucrate e tenute lontano da qualsiasi contaminazione esterna?
Peppe Cannella, del MEDU (Medici per i diritti umani) parla di una desensibilizzazione nei confronti di queste strutture che vengono erette, ne esistono dieci in Italia, “Si tratta, commenta, di luoghi sospesi, contenitori vuoti e involtati in cui dentro le persone vengono private dalla loro dignità umana.
Non ci sono persone dentro il CPR, ci sono corpi da trattenere, respingere o rimpatriare. Le persone sono oggetti, cose. Bisogna ribaltare il tutto. Il CPR vengano completamente trasformati. La condizione di vita di chi ci vive li priva di ogni socialità che genera pericolose patologie”.
Tra gli argomenti dibattuti nel corso degli interventi anche quello, sostanziale di un profilo giuridico che deborda dai precetti costituzionali e dalle norme europee. Le sentenze di queste ultime settimane che si muovono contro i dettami decisi del Governo Meloni ne sono una prova chiara.
E’ intervenuto, trattando il tema da questo punto di vista, l’avv. Enrico Schembari, socio dell’Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione (ASGI).
“Il fenomeno migratorio è un fenomeno storico. I datti che ci provengono, commenta l’avv. Schembari, dalle varie associazioni dicono che solo il cinque per cento delle persone richiede la protezione internazionale, quella che oggi viene vituperata. Ci sono norme internazionali che dobbiamo rispettare. La maggior parte della migrazione è di tipo economico e l’esigenza è quella di dargli la possibilità di spostarsi regolarmente in modo legittimo.
I CPR sono fuori da qualsiasi ideologia di paese civile. Il messaggio errato che passa è quello che si vogliono proteggere persone che siccome entrano illegalmente commettono un reato ed è giusto che vadano a finire in galera. Anzi sono state fatte delle galere solo per loro. Queste forme di detenzione determineranno delle condanne all’Italia a livello europeo come è successo nel passato perché in situazioni del genere la detenzione non è ammessa”.