Edmond Dantes, Conte di Montecristo
Qualcosa come 155 anni e 3 mesi orsono, sul tratto ferroviario che si avvale del viadotto rappresentato dalle arcate a mare transitava il primo treno.
Da allora questo manufatto, realizzato per l’epoca a tempo di record, con il fine economico e commerciale di velocizzare il trasporto, principalmente delle merci, non ha mai smesso di servire la città, i suoi affari, le sue accresciute esigenze di mobilità.
In questi 155 anni e 3 mesi, questo manufatto, di cui è stata preannunciata la demolizione “per aver esaurito la sua funzione economica“, è entrato a far parte del patrimonio infrastrutturale, paesaggistico, culturale ed affettivo di Catania e dei Catanesi.
Questo manufatto, 56 archi di roccia lavica e roccia calcarea, realizzati SUL MARE, dove prima approdavano le barche e i vaporetti, che si raccordano tuttora con una passeggiata, esistente grazie a De Felice e al Carnazza, ormai degradata, incustodita e ceduta, quasi per usucapione alle peggiori frequentazioni e sottratta alla sua funzione originaria di piacevole uso civico.
Se chi parla di funzione economica esaurita, scegliendo per dichiararlo il tempio laico dell’economia, la sede di Confindustria Catania, si fermasse a pensare cosa si è realizzato da una struttura molto più giovane, in abbandono da molti decenni, “ il complesso fieristico LE CIMINIERE”, probabilmente si “toglierebbe da solo il saluto “, per aver detto una simile castroneria, che, se invece di essere marsigliese fossi Catanese, potrei definire “minchiata col botto“.
Per fortuna ogni tanto, la tanto vituperata Regione Siciliana, con Decreto del 3 ottobre 2018, nonostante “Palermocentrica”, ha volto il suo sguardo su CATANIA ed ha classificato gli Archi della Marina “IMMOBILE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO”, e quindi, secondo il codice dei beni culturali e paesaggistici del 2004, MONUMENTO DA SALVAGUARDARE E PROTEGGERE.
Se ne facciano una ragione quanti vagheggiano valorizzazione di imprese nelle vicinanze del manufatto da abbattere, o peggio, creazione di immobili vista mare;
Gli archi della Marina, non sono un muro, così come non lo è il “muro torto “a Roma o i portici medievali delle città del Nord Italia, è un pezzo secolare della storia della Città , oltre che un bene di inestimabile valore culturale e paesaggistico.
Speriamo che l’osservatorio nazionale sugli atti della pubblica amministrazione, che sta già acquisendo documentazione su alcune incombenti Attività interessanti il porto di CATANIA, dia un occhiata anche a questo fantasioso progetto.
Per usare una frase abusata:” GIÙ LE MANI DAGLI ARCHI DELLA MARINA “
Non pensiamo solo al business; a volte “pecunia olet molto più del lecito“.