Lettera aperta ad un tifoso del Catania da un tifoso del Palermo Caro tifoso catanese…Come stai, amico fragile? Ne è passato di tempo dall'ultima volta che abbiamo parlato. Non mi rivolgi più la parola dal 3 marzo scorso, da quando un argentino alla soglia dei 40 anni ha segnato una rete che i ragazzini di massima serie sognano di realizzare.Da quel giorno non abbiamo più parlato.Eppure ho così tante cose da dirti. L'estate 2021 è rovente: non solo sotto l'aspetto climatico, ma anche sotto quello sportivo. Conosci meglio di me le notizie che in queste settimane stanno avvolgendo la tua squadra del cuore, e posso ben immaginare quanto queste stiano ferendo, condizionando le giornate e l'umore."Follia pura", penseranno i non appassionati di sport. Vallo a spiegare a loro cosa vuol dire tifare per una squadra siciliana. Perché, ci tengo a sottolinearlo, tifare Palermo e Catania vuol dire in fondo condividere la stessa fede sportiva.Voi avete avuto la fortuna di mantenere sempre la stessa matricola, di cui tanto andate giustamente fieri. Noi abbiamo avuto la gioia di conoscere palcoscenici europei e internazionali con una proprietà forte ma scoordinata.La nostra gioia è eterna, imperitura: viviamo ormai di ricordi, di fama sbiadita e di gioie ormai passate che difficilmente torneranno a riempire l'erba tagliata del "Renzo Barbera".Il vostro, però, è un orgoglio che purtroppo sta andando in frantumi. La vostra matricola potrebbe - condizionale d'obbligo - sparire nel giro di pochi mesi.Che tu ci creda o no, amico fragile, in questi giorni sto soffrendo insieme a te. Ti ho già detto tante, tantissime volte, che voglio vederti fallire sul campo, non fuori dal campo. Voglio vederti perdere, soffrire, strappare i capelli dalla rabbia: ma per meriti/demeriti sportivi, non giudiziari o economici.Palermo e Catania sono connesse da un antichissimo filo che le tiene così lontane, così vicine: due squadre agli antipodi dell'isola più bella d'Italia e forse del Mediterraneo, due realtà così diverse nei colori e nei sapori, due città che hanno conosciuto storie e dominazioni a tratti comuni e a volte diverse.Tra tutte queste cose, quello che rende perfettamente l'idea di ciò che sono Palermo e Catania è una singola parola: arancina/o.Una parola identica per 7/8, e che poi nell'ultima vocale decide di scatenare diatribe, confronti e sfottò. Perché Palermo e Catania fondamentalmente sono così: simili e diverse allo stesso tempo, legate da tradizioni, cultura e modi d'essere che si differenziano solo per una singola vocale.Caro tifoso del Catania, non aver paura di fallire. Noi sappiamo cosa vuol dire, e alle volte la "morte" sportiva è necessaria per la rinascita. Ce lo rinfacciate spesso, dite che non tifiamo la stessa squadra praticamente da anni. Eppure qui devo dirti che sbagliate: ciò che conta non è la matricola, ma i colori.Non conta il numero registrato nel registro di chissà quale ufficio perduto in Comune. Non conta il logo. Non conta la denominazione.Ciò che conta è il brivido che i colori sono in grado di regalarti settimana dopo settimana, partita dopo partita, minuto dopo minuto.So che tutto questo vi appartiene e vi rende orgogliosi, ma fate un passo avanti e ricordate il proverbio: "Quannu ‘ u sceccu un voli viviri, è inutili ca ci frischi".Solo una cosa farebbe male, anzi malissimo: non vedervi nel calcio per un anno. L'oblio, che noi abbiamo vissuto, non lo meritiamo. Non lo merita Catania così come non lo meritava Palermo.In un modo o nell'altro, spero ancora di affrontarvi, battervi e sfottervi: sul campo, però. Da nessun'altra parte. A presto, amico fragile.'...Evaporato in una nuvola rossain una delle molte feritoie della nottecon un bisogno d'attenzione e d'amoretroppo, "Se mi vuoi bene piangi "per essere corrisposti, valeva la pena divertirvi le serate estivecon un semplicissimo "Mi ricordo"...' )
Francesco Lipari (da Serie C - Girone Merdionale