Ieri la Gazzetta dello Sport ha dato sul suo sito la notizia che il Genoa Cricket and football club, la più antica squadra di calcio d’Italia è stata ceduta dal presidente Preziosi ad un Fondo americano. Preziosi, che firmò il preliminare il 16 aprile 2003, sborsò subito 27 milioni di euro (alla fine la somma complessiva investita ammonterà a 600 milioni di € ) attingendo al patrimonio personale per ripianare le passività del club ed evitare il fallimento. Preziosi ha gestito sino a ieri, 22 settembre: oltre diciotto anni e mezzo di presidenza, il più longevo nella storia ultracentenaria del Genoa. Quasi quattro lustri vissuti fra speranze, sogni e anche grandi delusioni. La più grande nell’estate 2005, con la vicenda legata alla penalizzazione per Genoa-Venezia, che vanificò una promozione in A appena conquistata sul campo e finì con una retrocessione in serie C per illecito sportivo. Da lì, dopo polemiche e veleni a non finire, è iniziata una lunga risalita figlia anche dell’arrivo sulla panchina del Genoa di Gian Piero Gasperini, il tecnico protagonista del periodo più aureo della gestione Preziosi al Genoa. Il Grifone tornò in Serie A (2007) e i rossoblù ascesero alle posizioni più nobili della classifica. Arrivò un quinto posto finale nel 2009, quindi l’approdo al preliminare di Europa League, con l’uscita dal torneo a causa della sconfitta con il Valencia. Seguirono stagioni più complicate, che fatalmente compromisero anche il rapporto fra proprietà e tifoseria, senza che gli anni successivi si guarirono certe ferite. Il sesto posto del 2015, con l’Europa sfumata per il mancato ottenimento della licenza Uefa, acuì i problemi e gli anni successivi sono stati di grande sofferenza, in campo e fuori. Non a caso già dal 2016 il presidente Preziosi aveva provato a trovare un interlocutore giusto per affrontare il discorso della possibile vendita del club. Molti millantatori hanno bussato alla sua porta, a parte un paio di controparti più serie (una di esse, era già stata un fondo americano, nell’estate 2019), ma nessuna era stata giudicata sufficientemente affidabile. In una situazione di malumore crescente sulla piazza e di difficoltà economica resa più grave dall’esplosione della pandemia, nel maggio scorso – lavorando sottotraccia – il presidente Preziosi ha iniziato la trattativa con 777 Partners, sino ad arrivare alla chiusura di queste ore. Comincia un’altra storia per il glorioso club ligure. Fare un paragone tra il Genoa ed il Club Calcio Catania è difficile, arduo, impossibile. Diversi storia, blasone, palmarés, impatto mediatico e via discorrendo. Ma un punto in comune esiste. Entrambi i club, in epoche non distanti tra loro, hanno subito l’onta di una retrocessione per illecito sportivo. La differenza, ancora, sta nel comportamento di Preziosi, diverso da chi aveva in mano le sorti del club rossazzurro. Il primo rimediò riportando il Genoa in serie A, mantenendovelo fino ad oggi con esborsi di somme non indifferenti, salvandolo dal crac finanziario ed oggi cedendolo ad un fondo americano che garantirà il futuro economico del Grifone. Chi era proprietario del Calcio Catania non fece nulla di tutto ciò, tutt’altro, ed oggi si conoscono le condizioni economiche e finanziarie della società: la Sigi vivacchia in attesa di tempi migliori. Bene, si muovano, smettano di litigare, e facciano come ha fatto Preziosi: si impegnino a trovare un acquirente serio e non uno speculatore come l’americano finito a Ferrara, sarebbe la soluzione migliore per tutti.