Si è tenuto oggi al Monastero dei Benedettini di Catania un flashmob organizzato da Potere al Popolo e dal Movimento Universitario Autorganizzato, per ribadire nuovamente il no al G20, che si terrà nel capoluogo etneo il 22 e 23 giugno. Non si placano le manifestazioni di dissenso, le voci contrarie allo svolgimento del forum dei leader, dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali dei paesi del G20, dedicato ai temi dell’istruzione e del lavoro (dalla scuola all’università). Sarà la città di Catania ad ospitare il secondo degli undici incontri che si svolgeranno da maggio a ottobre 2021 nella nostra Penisola. Già a fine maggio si è svolta al Bastione degli Infetti l’Assemblea Nazionale indetta dal Coordinamento Siciliano “NO G20”, e la protesta prosegue: stamattina una trentina di partecipanti di Potere al Popolo e del Movimento Universitario Autorganizzato si sono riuniti al Monastero dei Benedettini per dire “non siamo invisibili: io esisto!”. I manifestanti si sono presentati con i volti mascherati, per denunciare l’invisibilità a cui sono condannati, dichiarando: “Ci hanno condannato a questa Esistenza, all’invisibilità, all’incertezza. Eppure, nonostante questa triste realtà, il 22 e il 23 giugno si terrà a Catania il Summit del G20 su istruzione e lavoro e siamo sinceri: appena abbiamo visto questa data, ci sono subito balzate in mente le infinite contraddizioni che questo incontro rappresenta nella nostra terra, di quante falsità e ipocrisie verranno pronunciate, quante verranno pensate, promesse, ragionate. Certo, è sempre così quando si parla di riunioni tra i potenti del mondo, ma quando questa cosa accade nella propria città, già sofferente sia sul tema del lavoro quanto sull’istruzione, ha un effetto particolare. Siamo arrabbiati”. Viene rivolto un invito a scendere in piazza in massa, a portare un’idea di scuola e lavoro diversa da quella attuale proposta dai potenti del mondo. A parlare in piazza è la rabbia di chi non nasconde un disagio: “Questi signori hanno costruito nel tempo un tipo di scuola che si presta ad un “non-luogo”, uno spazio di transizione anonimo, dove la pratica democratica, il dialogo, lo studio slegato da qualsiasi logica di profitto o mercato, hanno trovato sempre meno spazio. Adesso sono importanti i progetti con le aziende, i militari a scuola, l’approccio esclusivamente tecnico al sapere, e sempre meno valore viene dato al sapere umanistico, alle pratiche di autocoscienza; sempre meno importante è lo studio per lo studio: qualsiasi cosa è quantificata, trasformata in credito o debito, in profitto o fallimento”. “Sono precario ma esisto”, “sapere liberato dal profitto”, “- mercato, + cultura”, sono alcuni degli slogan protagonisti del flashmob ai Benedettini. La competizione, l’accumulo, la precarietà e la corsa al profitto nel mondo del lavoro sono gli elementi contro cui si focalizza la lotta dei movimenti contrari al G20, che hanno concluso la manifestazione lanciando questo messaggio: “saremo in piazza il 22 giugno. Con i nostri “non-volti”, con le nostre Vite spezzate o confuse, con i nostri nomi sbiaditi nelle memorie, con le nostre opportunità perse, i nostri corpi stanchi. Ma arriveremo lì, proprio sotto il palazzo in cui si riuniranno i potenti, per mostrare i nostri volti, per urlare i nostri nomi, per gridare la nostra rabbia, per accompagnare coi nostri corpi queste maschere davanti alla porta di questi signori. Perché la maschera dovrebbero mettersela loro, per lo schifo che fanno. Ci vediamo in piazza, perché NON SIAMO INVISIBILI…IO ESISTO!”