Ecoreati in forte crescita in Italia. E al Sud nello specifico. Il rapporto di Legambiente è spietato sotto questo aspetto.
Tempo di bilanci secondo l'osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente che ha reso noti i dati durante un convegno a Roma organizzato dal Cigno Verde.
In tre decenni (1992-2023), le ecomafie in Italia sono state responsabili di oltre 900mila reati ambientali – contando ovviamente solo quelli accertati.
Sono poco meno di 80 illeciti al giorno, cioè uno ogni 18 minuti.
In tutto sono 378 i clan mafiosi censiti in 30 anni di indagini e processi. Con interessi in tutte le filiere dell’ecomafia. Fatturato stimato: 259,8 miliardi di euro in 30 anni. Cioè 60 miliardi più dell’intero PNRR.
“Senza legalità non c’è tutela ambientale”, dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.
Domanda: dove si concentrano gli interessi delle ecomafie in Italia?
La classifica delle filiere illegali vede al primo posto quella del cemento con 215mila reati, soprattutto in Campania (30.177), Calabria (22.849), Puglia (18.788) e Lazio (18.115).
Sul secondo gradino del podio il ciclo illegale dei rifiuti: 146.480 reati, concentrati in Campania, Puglia, Calabria, Lazio e Sicilia, 608 inchieste dal 2002, quasi 3.500 arresti e 1.700 aziende coinvolte. Sono 60 i milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati tra fanghi di depurazione e rifiuti industriali misti.