La piazza di spaccio fruttava fino a diecimila euro al giorno. Questa mattina, su delega di questa Procura Distrettuale, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma (Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, Nucleo Elicotteri e Nucleo Cinofili), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 22 persone indagate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine, denominata Concordia (dall’omonima via cittadina dove si sono principalmente concentrate le indagini), coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Piazza Dante, ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale che gestiva una fiorente “piazza di spaccio” radicata nello storico quartiere catanese di San Cristoforo, nonché di sgominare un secondo gruppo criminale specializzato, invece, nella vendita di stupefacente del tipo cocaina e crack (cocaina in cristalli) “a domicilio” e “su ordinazione” che riforniva, in particolare, gli ambienti della movida catanese. La “piazza di spaccio”, con sede nell’intersezione fra via Concordia e via Cordai, monitorata dagli investigatori nel corso dell’indagine, protrattasi da novembre 2019 a marzo 2020, attraverso un sistema di videoripresa, era diretta da Michele BALSAMO, che con l’aiuto della moglie SAPUPPO Angela (ripresa dalle telecamere mentre con un bambino in braccio collabora attivamente il marito nel recupero di una busta contenente stupefacente), del suocero, SAPUPPO Francesco, e degli altri soldali con i classici compiti di pusher e di vedette, si occupava della gestione del traffico di stupefacenti, principalmente cocaina, garantendo centinaia di cessioni giornaliere per un introito medio stimato intorno ai 10.000 euro al giorno. Durante le indagini, supportate da attività tecniche di intercettazione, l’attenzione degli investigatori si è focalizzata anche sulla figura del taxista FARINELLA Eugenio, assiduo frequentatore della “piazza” di via Concordia, il quale insieme all’amico e collega CARNAZZA Agatino, svolgeva, parallelamente all’ordinaria attività lavorativa, un’attività illecita di spaccio di cocaina rivendendo lo stupefacente - a prezzo maggiorato – ai clienti di un locale notturno (night), oppure facevano da tramite per gli acquirenti che preferivano non esporsi all’acquisto della droga. Le indagini si sono poi appuntate sulla figura di GRILLO Mario, posto agli arresti domiciliari in via D’Amico, nei pressi della stazione ferroviaria di Catania, ideatore ed organizzatore di un traffico di stupefacenti del tutto innovativo, che prevedeva la consegna di cocaina e crack esclusivamente “a domicilio” o “su ordinazione” servendosi di due corrieri, i quali si muovevano a bordo di scooter e con al seguito solo i piccoli quantitativi di droga richiesti dai clienti, eliminando così i rischi connessi ad un eventuale controllo delle forze dell’ordine e più in generale alla gestione di una piazza di spaccio all’aperto. Le cessioni avvenivano infatti in tempi brevissimi, grazie ad un collaudato sistema di “ordinazione telefonica e consegna” che prevedeva la possibilità di ricevere lo stupefacente sia direttamente a casa oppure in qualsiasi altro luogo d’incontro della città. I tempi di intervento sono stati particolarmente brevi in attuazione di un consolidato protocollo di indagini seguito dalla Direzione Distrettuale Antimafia per contrastare il fenomeno delle piazze di spaccio a Catania e che ha consentito di eseguire l’ordinanza cautelare nei confronti dei 22 indagati solo dopo pochi mesi rispetto alla condotta contestata (l’informativa finale è stata depositata a fine maggio 2020 mentre la richiesta di misura cautelare è stata depositata nel giugno 2020). Dieci degli odierni indagati sono risultati percettori del “reddito di cittadinanza” e pertanto verranno segnalati all’autorità competente per valutare la sospensione del beneficio. Soggetti destinatari di misura cautelare in carcere: Soggetti destinatari di misura cautelare degli arresti domiciliari: