Un dato è certo: siamo di fronte al fallimento della gestione dei rifiuti in Sicilia. Basta guardarsi attorno, troppa spazzatura in giro e troppe le discariche abusive (a Catania se ne contano circa 121). L’emergenza diventerà ancor più grave con la graduale chiusura della discarica di Lentini, prevista per fine aprile: innumerevoli i punti interrogativi, perché sono circa 150 i comuni che conferiscono nel centro della Sicula Trasporti. Sicuramente le diverse discariche dell’isola (quasi tutte private) non sono attrezzate per ricevere gli ingenti rifiuti di città come Catania, Messina o Palermo. Saranno dunque i prefetti a dover affrontare questa grave emergenza. Come alternativa a Lentini nasce l’idea di trasportare i rifiuti fuori dall’isola (vecchia idea…), con destinazione nord Italia o addirittura l’estero. Bisogna però far i conti con gli imponenti costi di trasporto, che verosimilmente cadranno sulle spalle dei cittadini con l’aumento della Tari (tassa rifiuti) e Tarsu (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani). L’unica valida opzione sarebbe l’installazione dei termovalorizzatori o di strutture adeguate al compostaggio; ma solo sulla carta, così come per gli inceneritori (attraverso i quali si genera energia elettrica a partire dalla combustione dei rifiuti), capaci anche di ridurre visibilmente il volume dei rifiuti conferiti nelle discariche. Sono stati lasciati in balia degli eventi anche i sindaci dei circa 150 comuni siciliani che non potranno più conferire a Lentini: impreparati sul da farsi, fanno appello alla regione, senza però ricevere risposte. Chissà se interverranno le Srr, società di capitale che dovrebbero vigilare sull’efficienza dei servizi: abbiamo i nostri dubbi perché restano carrozzoni politicizzati che sembrano rallentare il tutto. Forse interverrà il nuovo assessore all’energia, Daniela Baglieri che da qualche settimana ha preso il posto di Pierobon , ma fino ad oggi nessun segnale tangibile è arrivato dalla regione.