Circolano spesso notizie di furti di energia elettrica da parte di utenti non autorizzati. Un fatto questo da condannare. Ma cosa accade quando l'Enel o il gestore dell'energia elettrica coglie in flagranza di reato cittadini allacciati ai suoi cavi? Lo chiediamo all'avvocato penalista Alessandro Palermo e al Coordinatore Regionale di Confedercontrinuenti Giovanni Mangano, intervenuti nella trasmissione "Luci Spente". "Il furto di energia elettrica è una situazione che riguarda molti cittadini italiani, non solo catanesi - sottolinea l'avv. penalista Alessandro Palermo - accade sempre più spesso che, dopo un controllo dell'Enel, viene constata la manomissione del contatore (spesso a insaputa dello stesso intestatario, ndr) e si effettui dopo il prelevamento e dunque il sequestro del suddetto contatore. Prelevamento che dovrebbe avvenire in presenza delle forze dell'ordine, ma in realtà non è mai così". L'avv. Palermo continua con rammarico: "Gli addetti dell'Enel, in pratica, interrompono la corrente elettrica senza nemmeno tener conto se in casa c'è la presenza di minori o gente malata che necessità di cure con apparecchi elettronici o elettromedicali e, successivamente, denunciano il reato di furto di energia elettrica e chiedono una cifra di indennizzo pari ai cinque anni precedenti al momento del riscontro del furto. Cifra che si aggira intorno ai 12.000 euro. Tutto questo anche se il contribuente ha pagato bollette nei 5 anni conteggiati". L'avvocato Palermo, però, non si ferma e continua a raccontarci con rabbia le vicende che coinvolgono gli utenti: "L'Enel, dopo aver mandato una bolletta unica di un valore esorbitante, fa recapitare una lettera in cui indica il nome di una finanziaria per poter rateizzare la somma dovuta. La prima rata è del valore pari al 30% dell'importo dovuto, ma le altre non sono da meno e se, per caso, non si rispetta la scadenza si viene subito contattati con l'intimazione di staccare la corrente elettrica". "Ci si trova di fronte a una situazione assurda e i cittadini sono costretti a pagare cifre astronomiche per avere un servizio di prima necessità. Rivolgersi a un avvocato è necessario - continua l'avv. Palermo - dato che l'Enel non risponde agli utenti. Il processo che vede sul banco degli imputati lo sfortunato cittadino, in assenza di prove, si conclude con una piena assoluzione del contribuente che deve rivolgersi nuovamente a un avvocato per riavere, si spera, le somme che ha versato". Insomma, un comportamento poco serio del gestore - sottolinea l'avv. Palermo. Giovanni Mangano da parte sua prova a rassicurare: "Noi della Confedercontribuenti siamo dalla parte dei cittadini e vogliamo analizzare il comportamento dell'Enel e delle banche che si permettono di comportarsi al di sopra delle regole quando ci si ritrova davanti a presunti furti di energia elettrica...". "L'Enel, come tutte le aziende del settore che sono fiorite negli ultimi anni, in quanto azienda privata, dovrebbe essere sottoposta a le leggi dei soggetti privati e, invece, non è così. - Giovanni Mangano amareggiato continua - Rimane il dubbio che questo comportamento, a danno dei cittadini, non faccia parte di un business". "Il silenzio non denuncia - spiega Giovanni Mangano - se si hanno dei dubbi su una bolletta, su un contratto bisogna farsi aiutare dalle associazioni che si occupano dei diritti dei cittadini affinché quest'arroganza del potere non ricada sulle spalle del cittadino.." e aggiunge con tono perentorio: "Mettiamo a disposizione numeri di telefono e mail qualora i cittadini avessero bisogno di essere aiutati". Contatti Confedercontribuenti - via Sardegna, 29 - Roma tel. 06/98356829 - 06/21129414 - +39 3701219988 info@confedercontribuenti.it