Si parla di rinascita del calcio a Catania all'interno dell'ultima puntata di SalaStampa; gli ospiti sono il dott. Ignazio Fonzo, procuratore aggiunto e il giornalista del quotidiano La Sicilia Giovanni Tomasello. Guardando la grafica delle squadre che prenderanno parte ai nuovi campionati di Seri A e B, in studio si palesa un velo di tristezza: non vedere il Catania in nessun campionato fa male; e la delusione diventa palpabile quando ci si chiede se il Catania possa quanto meno ripartire dalla Serie D; Tomasello si mostra perplesso: "Purtroppo il Catania è stato sfortunato sia nella discesa dalla serie A che in quella dalla serie B, sfortuna che ha compromesso il suo cammino. Il Catania non esiste più perché anche perchè la SIGI aveva troppi soci (ben 24, molti dei quali non si conoscevano neanche) e questo ha causato dei contrasti interni non indifferenti". Fonzo, contrasta le idee di Tomaselli, dicendo che il problema di fondo della SIGI non era la quantità di soci al suo interno; bensì la gestione generale dell'organizzazione: "La partecipazione alla società non è essere portavoce o unico esponente di essa; all'interno di una società, deve esserci una struttura ed è proprio questa che si deve mantenere ed evidentemente questo all'interno della SIGI non c'era - spiega Fonzo - non si può prendere una società con la pretesa di traghettarla ad altri (chiaro riferimento all'avvocato Joe Tacopina)". Si potrebbe parlare di immaturità ed incapacità gestionale in questa società? Probabilmente sì, mancavano le competenze necessarie per gestire una realtà così grande. "Coloro che non sfruttano i nuovi mezzi di comunicazione - tipo i social - con criterio, contribuiscono a rendere l'ambiente societario più turbolento soprattutto perché si parla ancora di un'interesse da parte di ex soci della SIGI" aggiunge Tomasello. Il futuro? Fonzo, seppur tifoso storico rossazzurro, non è ottimista sulla rinascita: "Gli imprenditori non sono maturi e bisogna sperare in un investitore esterno, che venga a investire da fuori. Sono molto perplesso...". Problemi all'orizzonte? La città è in piena emergenza politica (il sindaco è sospeso), in crisi d'identità socio-economica e senza scenari apprezzabili; insomma, il calcio riflette lo stato delle cose. In sintesi, tutti concordi in studio: al momento Catania non si mostra per niente attraente agli occhi degli imprenditori. "Non può esistere un Catania in Eccellenza poiché se qualora dal bando ci fosse qualcuno a cui dare fiducia, la squadra potrebbe rientrare in Serie D..." così ipotizza Fonzo."Dal punto di vista sportivo, gli investitori dovrebbero spendere, per i primi anni, circa 3 milioni ogni anno sperando di conseguire dei risultati immediati...". "L'interesse di un investitore straniero per Torre del Grifo sarebbe un punto di svolta per ripartire, aggiunge Fonzo. Già, perchè chiunque arriverà, non avrà la possibilità di utilizzare il centro sportivo, di cui se ne occupoa la curatela" Fonzo poi ricorda che le plusvalenze del periodo d'oro degli 8 anni non sono state poi tante: "C'è stato un periodo in cui nel Catania non giocava nella formazione base nemmeno un italiano, si è puntato troppo, in maniera esagerata, sul mercato sudamericano: ricordo 3 plusvalenze: Martinez alla Juve, Vargas alla Fiorentina e Papu Gomez in Ucraina. Anche in quegli anni furono commessi degli errori, ci fu poca lungimiranza". Al momento, si vocifera che siano due gli investitori stranieri interessati alla nascita del nuovo Catania: ma bisogna aspettare sabato 18 giugno (scadenza del bando) e forse verosimilmente fine mese (1 luglio?), per un quadro definitivo, dopo la conclusione ufficiale della stagione.