di Enzo Guarnera*
A breve il Consiglio Superiore della Magistratura nominerà il nuovo Procuratore Capo della Repubblica di Catania.
Non è una vicenda di poco conto e di ordinaria amministrazione.
Catania è una città complessa nella quale, accanto alla tradizionale criminalità organizzata di stampo mafioso vi è, da tempo immemorabile, con essa parallelo e talora colluso, un sistema di potere politico- economico trasversale, sinergico con alcuni settori della Pubblica Amministrazione e con certa massoneria deviata, che ha saccheggiato e saccheggia le pubbliche risorse a vantaggio di pochi e in spregio alle esigenze collettive.
Catania è una città ferita e di antico degrado, con profonde ingiustizie sociali, con quartieri di storico e deliberato abbandono, nei quali la povertà educativa e la disoccupazione hanno raggiunto livelli intollerabili.
In tale contesto la nomina del Procuratore Capo non è un dato irrilevante.
Sono nato, vivo e lavoro a Catania, e come avvocato frequento il suo Palazzo di Giustizia da quasi 50 anni.
Ho conosciuto magistrati di ogni tipo, ed anche di tutte le "risme".
La maggior parte degni dell'ufficio ricoperto, altri meno, alcuni per nulla.
Sono convinto che ogni magistrato debba essere ed apparire al di sopra delle parti, sottoposto unicamente alla legge, senza subire qualsivoglia condizionamento ambientale ed amicale.
Purtroppo a Catania non sempre è avvenuto.
I rapporti che si istaurano, i contesti e i salotti privati che si frequentano, le suggestioni che ne derivano, talora ne hanno condizionato, e possono ancora condizionare, pesantemente,
l'operato.
L' articolato "sistema di potere" della città negli ultimi anni è stato costretto a qualche arretramento, ma non risulta ancora sconfitto.
Anzi, si sta riorganizzando.
Adesso si è messo all'opera affinché si concretizzi una speranza: che il prossimo Capo della Procura sia malleabile, che lasci vivere e prosperare i potenti, che si occupi solo della piccola criminalità, dei "ladri di polli".
In cambio avrà pubblici tributi ed onori e, una volta in pensione, lauti incarichi
Il CSM ha l'obbligo morale e istituzionale di mettere da parte ogni pratica partitica e correntizia del passato, anche recente, e scegliere con assoluta fedeltà a criteri obiettivi, valutando anche le qualità personali dei singoli candidati.
Queste, a mio giudizio, le linee-guida principali:
1) Solida preparazione tecnico-giuridica.
2) Curriculum vitae professionale adeguato all'incarico.
3) Curriculum vitae ineccepibile sotto il profilo etico e morale.
4) Infine, proprio per quanto detto prima, e dato per nulla trascurabile, il prossimo Procuratore della Repubblica deve essere un profondo conoscitore della città e di quel perverso sistema di potere che ho descritto.
Catania ha bisogno di risorgere, e oltre alla buona politica occorre una buona Magistratura, veramente autonoma e indipendente.
*Presidente Associazione Antimafia & Legalità