“Col culo per terra”, si definisce così Cristofero Lombardo, 54 anni di Valguarnera (Enna), che lancia il suo grido d’aiuto. L’emergenza coronavirus ha messo in ginocchio fin troppe persone: la crisi del settore economico e sociale si tocca con mano, è un dato di fatto inequivocabile. Così Cristofero si è rivolto alla nostra agenzia di comunicazione, chiedendo di essere ascoltato, e tra pianti e singhiozzi, ha raccontato la sua storia. Il 5 marzo 2020 è stato assunto da un’azienda impegnata nel settore alimentare. Si tratta di una piccola realtà, che così come altre a causa dell’emergenza sanitaria, ha dovuto interrompere la sua attività, lasciando a casa i suoi dipendenti. “Ho cercato di accedere alla cassa integrazione – ha dichiarato Cristofero -, ma non sono riuscito perché la legge dice che solo chi è stato assunto prima di febbraio 2020 può accedervi, gli altri rimangono fuori. Anche il datore di lavoro è confuso, e non è riuscito a proporre soluzione”. Si tratta di un’azienda che produce e distribuisce prodotti per la prima colazione, prodotti da forno artigianali, destinati a bar, strutture ricettive, catering, e che ha sede ad Aidone, in provincia di Enna. Tutto tace. Diverse volte Cristofero ha scritto ad alcuni politici esponendo la sua realtà, ma senza ricevere risposta alcuna. “Nessuno smuove questa situazione” – ha continuato. Per 23 anni ho lavorato per un’azienda, che poi mi ha lasciato con il culo per terra. Ho investito tutti i miei soldi del Tfr in un negozio di giocattoli e cartoleria per mia moglie, adesso chiuso a causa dell’emergenza. Se i soldi messi da parte li utilizzo adesso per campare, come potrei in futuro portare avanti l’attività?”. Per risparmiare i suoi soldi Cristofero ha fatto sospendere la polizza auto: “Non riesco a pagare l’assicurazione, ho tante altre spese da affrontare, come l’affitto della casa”. “Ho lavorato una vita - ha proseguito – e non posso accedere ai buoni perché per lo Stato sono benestante. Così ci portano ad andare a rubare per andare avanti, ma questo non ce l’ho nel Dna”. Lombardo chiede di essere tutelato, che la sua dignità sia riconosciuta: “Cerco equità. I sacrifici non servono più, nessun aiuto da parte dello Stato. Non mi sento ascoltato. Il problema c’è ed è presente in numerose famiglie”… [gallery ids="28744,28745" type="rectangular"] GUARDA IL VIDEOhttps://www.facebook.com/sicrapress/videos/586905845249242/?t=2