In tre a vivere con una sola pensione. Massimo Miano, 43 anni, si è rivolto alla nostra agenzia di comunicazione ed ha raccontato la sua storia. Circa quindici giorni fa ha fatto domanda al comune di Catania per ricevere un buono alimentare, ed ancora non ha ricevuto alcuna risposta, proprio come tante altre famiglie. Massimo lavorava nell’ambito della ristorazione, come cameriere di sala, adesso non lavora per via dell’emergenza sanitaria. Abita insieme alla madre (pensionata) e al fratello, anche lui senza lavoro. Una famiglia che non riesce ad arrivare a fine mese: le spese sono tante, tra tasse, uscite obbligatorie e farmaci, la pensione non può bastare. “Siamo strettissimi, stiamo per toccare il fondo”, ha asserito Massimo. Peraltro, situazione triste quanto vera, lavorava in nero, così come tantissimi altri. Proprio in Sicilia il lavoro nero dilaga sempre più, diminuisce il numero degli occupati e accresce dunque il lavoro irregolare. Giorni addietro, proprio sui problemi legati al lavoro, il ministro Provenzano ha sottolineato che "l'economia meridionale ha una vasta zona grigia di sommerso che ha riflessi anche sull’economia legale". Fino adesso le misure del governo a sostegno dei lavoratori hanno riguardato "l'emerso", e ha aggiunto il ministro Provenzano, "se la crisi si prolunga, dobbiamo prendere misure universalistiche per raggiungere anche le fasce sociali più vulnerabili: le famiglie numerose, oltre a chi lavorava in nero. Non basta la cassa integrazione in deroga per gli artigiani". Intanto Massimo Miano non si arrende, quei buoni spesa potrebbero essere per lui un grande aiuto: “Ho chiamato pure diverse associazioni, ma non risponde nessuno”. Quale dunque il suo appello? “Chiedo un contributo sociale per le famiglie disagiate che stanno vivendo in grande difficoltà, c’è poca solidarietà sotto questo punto di vista, pochi sono gli aiuti. Ed è vero anche che molti si vergognano a chiedere, la situazione è davvero triste”...