Martedì 8 giugno alle 16:00 si è tenuta presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati una conferenza stampa per presentare le proposte di riforma a tutela del lavoro dipendente nell’agroalimentare. In conferenza l’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare ha presentato le proposte di riforma per la difesa del lavoro dipendente in agricoltura. Bisogna ripartire dai diritti e dal valore del lavoro per tutelare e rilanciare l’agricoltura, il territorio e la comunità. L’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare è uno spazio aperto partecipato da associazioni, sindacati, agricoltori, braccianti, cittadini, tecnici e rappresentanti delle istituzioni che si occupa di affrontare la crisi delle zone rurali e realizzare il diritto al cibo. In conferenza è stato anche presentato il progetto della Lilca (Lega Italiana Lavoratori del Campo e dell’Agroalimentare) per il rilancio dei diritti nel comparto bracciantile. Lavoro e diritti sono fondamentali, bisogna lavorare e ragionare sullo stato dei diritti in questo Paese: questa la frase chiave - pronunciata nel suo intervento dall’On. Rossella Muroni, Commissione Ambiente - su cui si è discusso in conferenza stampa. Diversi gli interventi che hanno arricchito il dibattito, ponendo l'accento su alcuni concetti fondamentali, come quello di sovranità alimentare, «il diritto delle comunità - ha spiegato Gianni Fabbris, Portavoce di Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare - a determinare il proprio modello di gestione del territorio, produzione e consumo di cibo». Bisogna uscire dalla crisi dell’agroalimentare e lavorare per una ricostruzione, partendo dal lavoro dei braccianti che, in questo Paese, sembra quasi aver perso di significato. Anche Maurizio Grosso, segretario generale Sifus Confali e coordinatore della Lilca, ha avanzato in conferenza stampa proposte in difesa dei diritti dei lavoratori, prima fra tutte la questione del caporalato, «che si supera sostituendo il caporale con un soggetto pubblico, creando sportelli che siano punto di incontro pubblico tra domanda e offerta di lavoro». Sul tavolo anche un altro problema, quello della condizione semi-usurante a cui sono sottoposti i braccianti agricoli, motivo per cui - continua Grosso - è necessario un sistema di previdenza. Quale rapporto intercorre tra lavoratori e imprese agricole allo stato attuale? A questa domanda Maurizio Grosso ha risposto dichiarando che «Bisogna ripensare al sistema del rapporto tra lavoratori e imprese agricole, poichè se i problemi dell’uno e dell’altro non vengono affrontati in maniera contestuale, questi non si risolveranno mai». Si discute dei problemi legati al settore dell’agricoltura da circa un trentennio, ma i risultati sono ancora pochi, avverte Gervasio Ungolo, componente del direttivo nazionale Altragricoltura: «C’è bisogno di una rivoluzione dell’attività primaria di questo Paese». È stato poi affrontato anche un altro importante problema, spesso tenuto in penombra e non affrontato, quello relativo alla questione delle donne braccianti, che sono valore e speranza per la rinascita dell’agricoltura. La dirigente sindacale del Sifus Confali Lucia Inzirillo si è fatta portavoce di questa categoria che non va ignorata, dicendo «no a patriarcato, caporalato e crisi». Quali proposte avanzare a sostegno del lavoro agricolo, dunque? In chiusura dell’incontro Papa Latyr Faie (Casa Sankara) ha espresso la necessità di «creare delle alternative. Vogliamo richiamare l’attenzione del Governo alla situazione dei braccianti agricoli stranieri, alla mercè di caporali, senza diritti. Lo Stato deve essere l’interlocutore a cui rivolgersi, chiediamo un’azione concreta».