Due multinazionali della logistica si trovano nel mirino dell'amministrazione giudiziaria: Bartolini e Geodis sono accusate di frode fiscale e caporalato. Negli ultimi mesi, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza milanese, ha sequestrato 126 milioni di euro ai due colossi della logistica, accusati di frode fiscale. Come riportato anche dal quotidiano La Stampa, infatti, le due società avrebbero creato dei sistemi gestionale illeciti, i cosiddetti “ , consistenti nel mettere a disposizione lavoratori da società intermediarie e cooperative per le due grandi aziende, senza alcun tipo di tutela. I corrieri si ritrovano ad essere miseramente pagati e costretti a condizioni lavorative gravose (quali turni massacranti).Sempre secondo le indagini, i lavoratori nelle cooperative «serbatoi», «passavano da una società all’altra perdendo ogni diritto di carattere economico, come ad esempio l’anzianità», affermano gli investigatori.Le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza hanno confermato che in caso di infortuni, Brt avrebbe evitato di contattare i soccorsi e l'infortunato sarebbe stato «portato in ospedale da una persona di fiducia». «La prassi, e può dirsi che dura da 10 anni con un pesante coinvolgimento dei soggetti apicali». I quali erano perfettamente consapevoli dell’inadeguatezza delle tariffe imposte ai fornitori. «Tariffe certo non in grado di coprire i costi e da cui derivavano l’evasione dell’Iva e dei contributi delle cooperative fornitrici di manodopera».Sotto investigazione anche i dirigenti Giorgio Bertolini e Dalmazio Costantino Manti: accusati di aver ricevuto per far lavorare le cooperative. Manti, interrogato il 6 marzo, avrebbe fatto emergere l'ipotesi di «corruzione tra privati» dentro Bartolini. Il dirigente, infatti, ha ammesso di avere fra il 2016 e il 2022.Nel provvedimento dei giudici a carico di Geodis, vengono riassunte le dichiarazioni a verbale di decine di lavoratori sfruttati nei serbatoi di manodopera con Brt. Secondo quanto riportato dai giudici, «lo stipendio» veniva qualificato «come “trasferta Italia” in modo da evitare il pagamento dei contributi». Inoltre, in alcuni casi, i lavoratori venivano pagati solo « per le consegne». Un «sistema» che «ha consentito a Brt di risparmiare a tutto detrimento dei lavoratori e dell’Erario la somma di all’anno», scrive il Tribunale di Milano.La gestione illecita
serbatoi di manodopera"Una prassi «collaudata»: risparmio da 100 milioni di euro l’anno
radicata
collaudata,
presunte mazzette
ricevuto un milione di euro di tangenti private
a cottimo
100 milioni di euro