Durante una recente seduta di Consiglio Comunale a Palazzo degli Elefanti, è stata approvata la mozione sul cyberbullismo presentata lo scorso 17 novembre dal consigliere comunale Maurizio Mirenda, capogruppo di Noi Democratici – Nuova DC.
La mozione nasce a seguito dei numerosi casi di cronaca riguardanti le sfide, anche estreme, tra i giovanissimi che spesso portano alla morte di alcuni adolescenti.
Mirenda sottolinea come «spesso i giovani non sappiano gestire le insidie del web, trovandosi, alcune volte, incastrati in un circolo vizioso dal quale non sanno uscire. Famiglia, scuola, parrocchie, associazioni, insomma tutti i luoghi solitamente frequentati dai ragazzi, dovrebbero fare la loro parte affinché si evitino situazioni esasperate».
In questo contesto si inserisce la recente delibera “Parental Control System”, ovvero un sistema di controllo parentale per proteggere i minori online, che secondo il consigliere Mirenda presenta alcune lacune.
«Dal 21 novembre – spiega Maurizio Mirenda – è scattato il blocco per 8 categorie di siti web non appropriati per i minorenni, a seguito di una delibera dell’Autorità Garante delle Comunicazioni. Questo è solo per le Sim intestate ai minori. Ma quante schede sono intestate ai minorenni? È un palliativo! Dovrebbero, quindi, essere i genitori a comunicare, ai vari gestori, i numeri telefonici utilizzati dei figli, affinché la platea si allarghi e ci sia veramente il beneficio auspicato».
Il capogruppo di Noi Democratici – Nuova DC si rivolge proprio all’Amministrazione Comunale.
«A tal proposito, sarebbe opportuno inviare una nota all’Autorità Garante delle Comunicazioni, per far valutare l’opportunità di modificare la delibera, così da introdurre la comunicazione obbligatoria, da parte dei genitori, ai vari gestori telefonici, delle schede in uso ai figli minorenni, ovviamente rispettando le normative vigenti in materia».
L’attenzione di Mirenda si concentra anche sui social: «questa delibera dovrebbe contenere anche un blocco per i vari social, visto che, da queste piattaforme, si può accedere liberamente ai contenuti vietati. Sappiamo tutti che, anche laddove i genitori mettano delle limitazioni dei filtri, i ragazzi sono così bravi da saperli eludere, per cui, il blocco attivato dal gestore direttamente sulla scheda, eviterebbe questo rischio».
«Propongo, quindi, oltre all’approvazione della mozione – conclude Maurizio Mirenda – di inviare una nota all’Autorità Garante delle Comunicazioni per l’inserimento della comunicazione obbligatoria dei genitori e per l’estensione del blocco ai social».