Negli ultimi 60 anni (da quando andavo al Cibali…) nel Club Calcio Catania (1946) matricola 11.700 (anche
se durante il fascismo c’era già stata una società rossazzurra chiamata Catania e lo stadio all’epoca fu
chiamato Italo Balbo…) molti sono stati i presidenti, ma l’unico veramente tifoso fu Angelo Massimino, che
di tasca propria pagò tutti i debiti pregressi, si recava di persona a Milano per nuovi ingaggi, riceveva nei
suoi cantieri tutti i giocatori, ma soprattutto manteneva i suoi impegni economici fino all’ultima lira: premi
doppi (ricordate?), premio promozione (!), premio al miglior cannoniere (Ciceri, Spagnolo Carnevale, Cantarutti…), si metteva dietro la porta del campo con i fotografi Angelino Sapienza e Gianni D’Agata, si faceva fare le foto con la squadra a centrocampo (oggi impossibile!), regalava oggetti tipici siciliani ai capitani delle squadre avversarie e si presentò anche come consigliere comunale per la vecchia Dc raccogliendo ben 32.000 voti per il bene del Catania!
Fu eletto, ma dovette dimettersi perché in contrasto con le norme elettorali del tempo! Insomma, è anche scomparso (grande dolore…) nel marzo 1996 in un incidente stradale a Scillato mentre tornava dalla Regione Siciliana e dalla FIGC per perorare i giusti diritti di contributo sportivo per il Catania Calcio (come per tutte le altre società sportive dell’epoca!).
Ma gli altri presidenti?
Il dott. Ignazio Marcoccio per 6 bellissimi anni (senza capitale alcuno…) mantenne la Serie A con i Calvanese, Facchin, Cinesinho, Biagini, Danova, Vavassori,Turra (ceduto al Bologna per 160 milioni!) e moltissimi altri. Poi negli anni Settanta ci fu il momento del sindaco Coco, che rivoluzionò tutto il settore giovanile del Catania con gli allenatori Crisafulli, Cappello, Russo e Bianchetti, acquisendo Angelozzi, Chiavaro, Nicotra, Cantone, Giuseppe Giuffrida, Carmelo Castorina, Nino Strano, Leonardi, Privitera, Calanna, e tantissimi altri.
Ma tutto finì presto. Poi un altro politico: Angelo Attaguile che alla fine degli anni Ottanta aveva posto
le basi per una riscossa rossazzurra. Il quel periodo ricordo volentieri la figura di Agostino Priolo, un grande conoscitore di calcio giovanile grande amico di Pippo Crisafulli. Dop 5 anni fallì tutto! Poi dopo la scomparsa di Massimino, da Perugia arrivarono i Gaucci che con grande entusiasmo comprarono il Catania dalla signora Codiglione (moglie di Massimino) stanca di combattere ogni anno contro tutto e contro tutti.
Nessun imprenditore l’aiutò. Anzi. Con i Gaucci ci fu la promozione in Serie B ma anche tanti ingaggi: tutto nuovo, un mare di direttori sportivi, manager, ma nessun vero tifoso nel senso pieno del termine, tanto che da Belpasso e poi da Acireale arrivarono in due: Nino Pulvirenti e Pietro Lo Monaco, che con molta umiltà iniziale portarono il Catania in serie A nella stagione 2006-2007 con grandissimi risultati e soddisfazioni enormi per ben otto anni di fila con la valorizzazione di molti giocatori: da illustri sconosciuti a campioni veri!
Nemmeno la tragedia della morte dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, e tutto ciò che comportò sul piano pratico e logistico, riuscì a frenare la progettualità del club rossazzurro, che ottenne una salvezza miracolosa, pur giocando in campo neutro e a porte chiuse buona parte della stagione.
Sulla panchina etnea si succedono allenatori prestigiosi, da Diego Simeone a Vincenzo Montella fino a Walter Zenga e Sinisa Mihajlovic, passando per Rolando Maran che chiude all'ottavo posto con il nuovo record dei 56 punti (direttore generale Sergio Gasparin), anche grazie alle magie di Ciccio Lodi e Giuseppe Mascara e soprattutto della folta colonia argentina (Spolli, Izco, Barrientos, Bergessio e Gomez). Che tempi meravigliosi!
Ma all’improvviso (chissà perché…) il lento declino: treni del gol, debiti incredibili, parco giocatori
distrutto, spese folli, scelte dirigenziali discutibili (Cosentino…), processi sportivi e penali, calcio-scommesse e presunti illeciti; insomma le frasi violente contro Lo Monaco sui muri della città che stanno a testimoniare che il tempo è solo un’illusione, trattasi solamente di cambio di rotta.
Poi è arrivata la SIGI, che con grandissimi sacrifici ha provato a salvare il Catania Calcio dal fallimento
(vedi Palermo…) con circa 20 soci pronti a dare battaglia, ma senza un capo carismatico (a nostro
sommesso parere…) e un piano aziendale condiviso.
Nel 2021 si prospetta l’arrivo dell’americano mister Tacopina. Un bluff. Poi un imprenditore laziale Benedetto Mancini aveva partecipato alla base d'asta fallimentare per rilevare il ramo d'azienda legato alla parte sportiva del club rossazzurro, ma l'operazione fallì.
Oggi tutto è cambiato. Il Calcio Catania 1946 matricola 11700 è stato dichiarato fallito dal Tribunale nel dicembre 2021; la parola fine nell'aprile del 2022 alla vigilia del match interno col Latina (in calendario il 10 aprile 2022). Dall'estate del 2022 esiste Catania Football Club, che ha dominato in Serie D, ha vinto la Copa Italia di Serie C e si è fermato ai quarti di finale dei playoff, uscendo a testa alta.
Il presidente australiano Ross Pelligra (oriundo di Solarino) e il suo vice Grella hanno le idee chiare: con 20.000 spettatori ogni domenica, la Serie A non è un sogno in tre anni. Sarà così? Lo speriamo ardentemente per la straordinaria storia rossazzurra non morirà mai.