La misura ormai è colma. Il fondo è stato toccato abbondantemente. La sconfitta di oggi pomeriggio contro i ragazzini della Juventus, segna il punto di non ritorno, il livello massimo della pazienza di una città intera che ha dato tanto - sia in termini affettivi che in termini economici - è stato superato. Il tempo degli alibi è cessato ed è arrivato il momento che ai piani alti si faccia un minimo di mea culpa.
Al termine del match contro i bianconeri, un gruppo nutrito di tifosi rossazzurri, si sono radunati in via Ferrante Aporti, per protestare contro squadra, allenatore e società.
Fumogeni e bombe carta hanno accompagnato un momento di forte tensione vicino i cancelli del “Massimino”. Successivamente, la Digos è riuscita a mediare e contenere la centinaia di ultras della nord e sud, riunitisi in massa per far sentire la propria voce con forza e intensità.
Per i tifosi, in casa Catania, non si fanno prigionieri. Le responsabilità della società sono sotto gli occhi di tutti.
Il mercato di gennaio dovrà dare sì quel qualcosa in più, soprattutto per sopperire ai tanti infortuni che hanno attanagliato Toscano in questi primi sei mesi, ma di certo, l'alibi della panchina corta può reggere fino ad un certo punto.
L'attuale situazione di classifica non arride agli etnei, scivolati miseramente al nono posto e a ridosso della zona grigia.
Il prossimo appuntamento di campionato è fissato per domenica 19 gennaio alle ore 17:30 contro il Picerno in Basilicata. Inutile dire che serva una pronta riscossa e chissà che dopo il nulla cosmico visto oggi pomeriggio, con annessa protesta della tifoseria organizzata, possa dare una scossa ai giocatori.
Una cosa è certa, la piazza è satura di vivacchiare in categorie che non gli appartengono