Il Coronavirus ha cambiato il modo di vivere la relazione di coppia. Oggi o si è costretti a convivere o a restare distanti. Vie di mezzo non ce ne sono. Se, in un primo momento, la convivenza forzata era vista di buon grado da chi prima trascorreva poco tempo a casa per motivi di lavoro, dopo quasi due mesi di quarantena alcuni cominciano a patirla. Privacy quasi azzerata, spazi ristretti, abitudini nuove, una routine da reinventare con nuove prove da superare. Se litigare è normale, farlo quando non si ha una via di fuga, diventa complicato. Anche nelle coppie più navigate, quelle che stanno insieme da sempre, una convivenza forzata può avere un effetto destabilizzante. Poi c’è il capitolo smartworking. Abituarsi dal lavoro in ufficio a quello in casa con il partner che chiama e i figli che invadono tutto, non è semplice. Insomma, se in Cina c’è stato un boom di richieste di divorzio, in Italia qualcuno ci sta già pensando. Altre coppie sono riuscite a trovare un equilibrio. La convivenza in quarantena ha fatto emergere altri aspetti caratteriali comuni e un nuovo modo di condividere le cose. C’è chi insieme ha preparato nuovi piatti, chi ha dipinto casa o chi si è dedicato al giardinaggio. Cose impensabili fino a qualche settimana fa, considerati i ritmi di lavoro e il poco tempo libero a disposizione. Poi ci sono le coppie costrette a stare lontane. Si vedono solo in videochiamata, si sentono al telefono, non hanno alcuna possibilità di contatto. Alcune ne risentono di meno ed altre un po’ di più. Una coppia stabile ha tutti gli strumenti per affrontare un periodo come questo. Anzi, può trarne giovamento: non vedersi sempre rafforza la percezione di sé e stimola la fantasia nell’inventare nuovi modi per mantenere vivo il rapporto. Inoltre, stare lontani per un po’ può insegnare a sorvolare sui difetti del partner concentrando l’attenzione sui suoi lati migliori. Inutile negarlo, c’è anche chi soffre. Il fatto di sentirsi “persi” senza di lui o di lei, la sensazione di non essere in grado di affrontare la quotidianità, sono stati reali dei quali diventiamo improvvisamente consapevoli. Ecco che la tecnologia soccorre in nostro aiuto. C’è chi si videochiama per mangiare insieme, per guardarsi tra una pietanza e l’altra anche se dietro ad uno schermo di cristallo. Chi lo fa per far vedere cosa sta facendo, chi prima di addormentarsi per raccontare la propria giornata. Aumentano le telefonate, si provano giochi nuovi al cellulare e c’è anche chi programma di guardare lo stesso film per poi commentarlo insieme. La distanza viene compensata in questo modo. Se di compensazione si può parlare. Molte coppie si stanno riscoprendo, altre si stanno avvicinando. Tutte sognano il momento in cui si riabbracceranno, senza guanti né mascherine. In fondo, come si dice, “la lontananza aumenta il desiderio”.