È di pochi giorni fa la notizia della nascita del progetto “Catania spazio e sport”, il nuovo piano strategico dell'amministrazione comunale volto alla riqualificazione delle piazze e delle aree libere attraverso l'attività sportiva. Si partirà da piazza Nettuno, cuore pulsante del lungomare catanese per cui sono già stati stanziati 540 mila euro di fondi comunitari. Una spesa ingente volta ad unico obiettivo: restituire ai catanesi spazi di aggregazione sociale dal carattere innovativo e tecnologico. La domanda sorge spontanea: siamo sicuri che si sia pensato proprio a tutto e a tutti? A parlarcene è Salvatore Mirabella, presidente dell'associazione “Come Ginestre onlus”, che sollecita con fervore la necessità di attenzionare i disabili, anche e soprattutto in occasione di questa così grande opportunità.Ci parla di attenzioni mancate, intendendo con ciò la profonda trascuratezza di una fetta di popolazione che oggi più che mai ha bisogno di essere ascoltata. "Il mio è un invito a fare di più. Con la scusa dell'epidemia la tematica della disabilità è stata trascurata".Il punto non sta tanto nel progetto, che di essere è sicuramente un ottimo incentivo per rivalutare la città, piuttosto, di come arrivare alle piazze scelte per la riqualificazione, prima fra tutte proprio Piazza Nettuno, già troppo affollata per un progetto come questo che rischierebbe di togliere quel poco spazio rimasto alla circolazione. Con ciò, continua Mirabella, si intende: "abbattere ogni barriera, ma soprattutto attenzionare i controlli e sensibilizzare tutta la popolazione nel non occupare rampe, non adottare la pratica del parcheggio selvaggio e lasciare gli spazi che ci spettano". [caption id="attachment_56509" align="alignnone" width="300"]
Piazza Nettuno prototipo riqualificazione [/caption] [caption id="attachment_56501" align="alignnone" width="297"]
Si parla di limite culturale, ma quel che preme di più è sottolineare come tale limite si debba sradicare a partire proprio dalle istituzioni. "Nessuno al palazzo comunale ci rappresenta, nessuno nei tavoli tecnici viene convocato in materia. Non c'è un garante della disabilità malgrado il bando del Comune. Perché?". Mancanze, queste, che si rifletterebbero sui pochi, se non assenti, progetti attuati a favore dei disabili."Al sindaco Pogliese e all'assessore Parisi ho manifestato il mio malcontento attraverso mail e pec, tutte ingiustamente ignorate". Questo, oltre a far storcere il naso, fa sicuramente pensare a un concreto disinteresse sulla tematica. "Non ho mai ricevuto risposta e sono sinceramente stanco di essere preso in giro, perché si tratta di una questione che ci riguarda tutti".
Richiesta di incontro datata 22/07/2020 [/caption]
L'appello di Mirabella si rivolge soprattutto all'amministrazione alla quale chiede di rivedere il progetto e di renderlo effettivamente inclusivo. "Dell'impiantistica sportiva accessibile a Catania è rimasta la Piscina di Nesima, tuttavia in convenzione privata, il Pala Catania ed il Campo scuola, ma tutto questo non basta". "Da cittadino esigo i miei diritti, non di essere assistito, ma di avere quel che mi spetta".Si parlerebbe di più parcheggi, maggiori aree libere e non occupate da bar che spesso e volentieri, soprattutto al centro di Catania, occupano suoli pubblici in abbondanza, lasciando poco o nulla al transito. "Vogliamo negozi più accessibili, ascensori al posto di estenuanti scale che altro non fanno che impedirci di vivere tranquillamente la nostra città, la stessa che fin troppo poco si accorge della nostra esistenza". In ultima battuta Mirabella dichiara: "Vorrei ringraziare giornali come il vostro che da sempre si sono interessati alla problematica. È soprattutto grazie a voi che porto avanti la mia battaglia".Catania è davvero una città ancora vietata ai disabili? A questo punto non ci resta che attendere la risposta di un silenzio o di un'azione da parte di un'amministrazione che deve cambiare partendo proprio da chi, fin troppo spesso, si dimentica di considerare.