La circostanza, forse non del tutto casuale, che a polemizzare sulle sorti del Catania siano Russo Morosoli e l’avvocato Ferraú, la dice lunga sul primato nazionale della decadenza morale e civile della nostra città (cit. Vincenzo Gioberti). Sporca, strade dissestate, livelli di disoccupazione massimi (caso Pfizer in primis), sindaco sospeso, deputazione nazionale e regionale inconsistente, Università allo sbando (con i due recenti rettori indagati) fuga dei giovani più preparati (e non solo), microcriminalità e baby gang, consorterie mafiose sempre attive ed oppressive, e chi più ne ha più ne metta. Un’economia inesistente così come lo scenario sociale. Questa è Catania. E in questo contesto, nulla di diverso potrebbe essere la squadra di calcio, seppur importante e cara ai tifosi. Società fallita, gestione provvisoria, asta deserta. Ciò significa che l’imprenditoria locale, come il resto sopra descritto, diciamo così, lascia a desiderare. Ebbene, in questo triste quadro, cosa fanno Russo Morosoli e l’avvocato Ferraú? Litigano, polemizzano come i polli di Renzo. Per dimostrare cosa poi ? La loro assoluta, conclamata, certificata inconsistenza ed anche incapacità. Basti pensare, quanto al primo, alla vicenda che lo vede imputato dinanzi al Tribunale di Catania per gravissimi reati che vanno dall'associazione a delinquere alla corruzione relativamente all'inchiesta sul turismo sull'Etna. Quanto al secondo, si rammentano le surreali conferenze stampa tenute come presidente della Sigi, e soprattutto alla fine ingloriosa del Catania Calcio che la Sigi ha determinato. Ma non possiamo lamentarci. Questa è la classe dirigente (si fa per dire) di Catania, città in crisi e destinata ad un triste futuro. Non solo calcistico. (Credit foto: calciocatania)