Tra agosto 2016 e agosto 2019 sono state 117 le ordinanze di custodia cautelare per corruzione spiccate dall’Autorità giudiziaria in Italia e correlate al settore degli appalti: in media sono stati eseguiti arresti ogni 10 giorni circa. Tra le regioni, la maglia nera va alla Sicilia, seguita da Lazio e Campania. È quanto emerge da un dossier dell'Anac, l'autorità nazionale anti corruzione. Lo stesso Raffaele Cantone afferma che oggi la vera tangente è il posto di lavoro. Il denaro continua a rappresentare il principale strumento dell’accordo illecito (48% dei casi esaminati) ma - scrive l'Anac «il posto di lavoro si configura come la nuova frontiera del pactum sceleris: soprattutto al Sud l’assunzione di coniugi, congiunti o soggetti comunque legati al corrotto (spesso da ragioni clientelari) è stata riscontrata nel 13% dei casi. A seguire, a testimonianza del sopravvento di più sofisticate modalità criminali, si colloca l’assegnazione di prestazioni professionali (11%), specialmente sotto forma di consulenze, spesso conferite a persone o realtà giuridiche riconducibili al corrotto o in ogni caso compiacenti. Le regalie sono presenti invece nel 7% degli episodi». Riepilogando, i casi di corruzione emersi analizzando i provvedimenti della magistratura sono 152, ovvero uno a settimana (solo a considerare quelli scoperti). A essere interessate sono state pressoché tutte le regioni d’Italia, a eccezione del Friuli Venezia Giulia e del Molise. Nel triennio dall’agosto 2016 all’agosto 2019 dal «punto di vista numerico, spicca il dato relativo alla Sicilia, dove nel triennio sono stati registrati 28 episodi di corruzione (18,4% del totale) quasi quanti se ne sono verificati in tutte le regioni del Nord (29 nel loro insieme)». Il dato emerge dal dossier "La corruzione in Italia nel triennio 2016-2019: numeri, luoghi e contropartite del malaffare", che analizza i casi di corruzione registrati in Italia nell’ultimo triennio. A seguire dopo l'Isola, secondo il dossier - il Lazio (con 22 casi), la Campania (20), la Puglia (16) e la Calabria (14).Ciò non implica - sottolinea l'Anac - che queste due regioni possano considerarsi immuni, ma semplicemente che non vi sono state misure cautelari nel periodo in esame. In Molise, ad esempio, vi sono stati arresti per corruzione nella primavera 2016, mentre la Procura di Gorizia, nell’ambito di una grande inchiesta sugli appalti, ha disposto nel 2018 numerose perquisizioni, ma non arresti. Un dato sconfortante quello che riguarda la Sicilia: eppure non è arrivato nessun commento da personaggi che ricoprono cariche istituzionali, Sicilia al primo posto per casi di corruzione? Embè...