All’Imesi Atletico Catania si è spenta la luce. Nelle ultime tre partite la squadra allenata da Natale Serafino ha rimediato 3 sconfitte: 1-0 a Modica, 2-0 in casa con la Leonfortese e 2-0 ad Avola. Numeri alla mano: zero gol segnati, 5 reti incassate e squadra scivolata fuori dai playoff, quasi a metà classifica.
Il ceo & founder Franco Proto prova a celare la cocente delusione del periodo, ma dalle sue parole si intuisce che nonostante tutto è pronto a dare ancora fiducia al tecnico e al gruppo. Anche se attraverso le sue parole ci sono dei chiari messaggi ai “naviganti”.
- Presidente, cosa sta succedendo?
“Sto provando a trovare una risposta e penso a due ipotesi: la squadra ha perso entusiasmo e autostima perché i giocatori sono caratterialmente fragili o caratterialmente deboli oppure perché, avendo finito entusiasmo e autostima, la squadra non ha una forte organizzazione di gioco e di conseguenza non ha fatto più risultati, se è vero che sono venute a galla tante lacune…”.
- Come si esce fuori da 3 sconfitte?
“Ritrovando l’entusiasmo e l’autostima. L’esperienza di queste giornate iniziali ci dice che possiamo ribaltare e riprendere i risultati sportivi, organizzandoci bene e meglio, giocando di più a calcio e, soprattutto, dobbiamo allenarci con etica professionale: comportandosi da professionisti, rispettando gli orari e le regole. Se ci alleniamo bene poniamo le condizioni per far bene anche la domenica. E non può essere solo un gruppo di lavoro che deve mentalizzarsi in tal senso, comportandosi in modo irreprensibile: esigo rigore professionale da parte di tutti: dal magazziniere all’allenatore dei portieri, passando per il massaggiatore. Rigorosi con noi stessi, anzi ognuno deve rappresentare un esempio di rigore per gli altri”.
- Natale Serafino è a rischio?
“Non solo lui, ma tutti i giocatori e i collaboratori a qualunque livello: perché quando una società legata alla produttività non arriva ai fatti, cioè ai risultati, vengono tutti messi in discussione”.
- Rinforzi?
“Li abbiamo già in organico, sono quelli che oggi sono i titolari che hanno giocato fino a oggi, seppur con scarsi risultati. Ecco loro sono i rinforzi: dovrebbero ritornare a quello che sono stati in passato, i loro risultati per il valore dimostrato: non li abbiamo presi per prestazioni a spot; i rinforzi noi li abbiamo ingaggiati ad agosto per quello che hanno dimostrato nel loro passato. Da loro Sono loro i nostri rinforzi, magari sfoderando prestazioni costanti. E poi gli altri rinforzi sono coloro che non hanno giocato: come Ibra, Mangiameli e Meli; questa squadra non segna da troppe partite. La squadra non segna da troppo tempo: in trasferta su 4 partite abbiamo segnato un solo gol e per di più su rigore, a Siracusa. Proviamo a far giocare gli altri attaccanti. Abbiamo difficoltà a segnare, soprattutto in trasferta? Bene, troviamo altre soluzioni, facciamo riposare i titolari. Riprendiamo le motivazioni di elementi che sono stati decisivi l’anno scorso; però non entro nei termini tecnici, suggerendo Tizio o Caio. Ribadisco, se qualcosa non va bene, bisogna cambiare, magari qualche titolare potrebbe anche riposarsi. Insomma, chi è titolato perché ha vinto in altre squadre, oggi è chiamato a vincere con noi. Chiaro?...”.