Più fatti e meno parole: questo l'incipit con cui Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale usb Vigili del Fuoco, inizia l'appello che rivolge al Presidente della Repubblica Mattarella. Un grido d'aiuto e di rabbia per tutte quelle parole al vento che altro non hanno portato se non a promesse vane. La lettera è profonda e pienamente rappresentativa di tutte quelle voci che oggi più che mai meritano d'essere ascoltate. Lavoratori ammirati da sempre, eppure poco considerati quando si parla di salute. Fiamme che accendono una passione che si è fatta mestiere, fuoco che arde nel petto di chi, con coraggio, affronta la paura ogni giorno. Parole che non si risparmiano quelle di Barbagallo e che proprio per questo vogliamo riportarvi per intero: "Caro presidente Mattarella, a scriverle questo grido d'aiuto è Carmelo Barbagallo, sindacalista catanese, ma soprattutto vigile del fuoco. Come i governi più volte hanno detto, dopo ogni funerale, ogni grande emergenza, i vigili del fuoco, non hanno più bisogno di ricevere pacche sulle spalle, vogliono fatti concreti, non le promesse mai mantenute !. Noi Vigili del fuoco siamo presenti ogni giorno, 24 ore su 24. Siamo pronti a intervenire per ogni emergenza e catastrofe a cui il nostro territorio è altamente esposta. Come lei già saprà noi purtroppo non abbiamo nessuna copertura assicurativa totale, non abbiamo nessun riconoscimento delle malattie professionali (l'ultimo contratto in discussione, sta nuovamente tralasciando tale improcrastinabile aspetto) e, spesso e volentieri, siamo costretti a pagare le spese sanitarie di tasca nostra. Nonostante il nostro spirito di abnegazione, che ci viene più volte riconosciuto, siamo, dopo il primo risalto mediatico, totalmente abbandonati a noi stessi. Abbiamo, infatti, il fuoco che ci scorre nelle vene, tanto spirito altruistico e patriottico, che ci porta in prima linea davanti al pericolo, per la salvaguardia del singolo cittadino e della collettività. Ma se ci facciamo male, se ci ammaliamo restiamo soli, e questo non è assolutamente giusto! Caro presidente noi Vigili del Fuoco, ancora oggi, siamo i meno pagati rispetto agli altri corpi dello Stato. Dobbiamo pagare anche le medaglie e le onorificenze ad ogni emergenza fatta! L’Italia è un territorio ad alto rischio, sismico, ambientale...serve investire sui Vigili del fuoco, serve investire sulla prevenzione e messa in sicurezza del territorio! Ormai la Repubblica italiana è fondata proprio sui soccorritori. Le nostre parole, ci auspichiamo siano ascoltate almeno da lei, Uomo di grande personalità ed umanità. Mai più di oggi la sfiducia del corpo più amato dagli è così alta, agne l'ultimo contratto, partito bene, sta' finendo male! Caro presidente, la saluto è ricordiamo che, noi Vigili del fuoco, non pretendiamo stipendi da parlamentari o da dipendenti della camera, ma solamente uno stipendio dignitoso, più tutela della nostra salute e, molta ma molta più sicurezza della nostra figura! Ad ogni emergenza tutti lì a volerci dare un premio o una pacca sulle spalle o, benemerenza che, a pagamento è come una ferita che sia apre ancor più...ma pazienza, noi siamo vigili del fuoco che, passando l'evento, volano le belle parole, volano via come il vento e rimangono le poche tutele, lo stesso stipendio e le tante promesse, quelle che siamo stanchi di sentire. Le attrezzature e i mezzi rattoppiamo, per mezzo della nostra mano. Si noi siamo gli eroi dell'evento...ma una cosa non è da dimenticare caro Presidente SIAMO UMANI, abbiamo emozioni, quelle emozioni e strascichi che ti porti nella vita dentro. Ma una cosa è sicura, caro Presidente, NOI SIAMO I VIGILI DEL FUOCO ! GLI ANGELI DELLA GENTE!".