Il Sifus per decine di volte la settimana da quando si è insediato questo Governo regionale con a capo Schifani, ne ha sconfessato ogni dichiarazione e ogni posizione assunta in materia di acqua e quindi di contrasto sull’emergenza idrica, irrigua, cambiamento climatico e desertificazione.
Ha puntualmente dimostrato come le inefficienze e l’incapacità programmatica vede tutt’oggi acqua gettata in mare, invasi interriti e quindi colmi di fanghiglia, cosicché laddove c’è la disponibilità di acqua, purtroppo non può essere immessa nelle reti di distribuzione proprio per evitare di bloccare l’erogazione della stessa; tenendo conto anche dei relativi aggravi di costi per la pulizia e la rifunzionalizzazione.
Purtroppo in questo mandato legislativo, questo Governo ed i suoi assessori all’Agricoltura hanno pensato fin troppo a curare l’immagine esteriore rispetto ad una improcrastinabile riforma dei Consorzi di Bonifica, piuttosto che alla necessità di rendere questi Enti efficienti ed efficaci, collaborativi e fattivi a partire dal ripristino delle piante organiche variabili, fortemente compromesse per la carenza di ben oltre 400 unità di figure professionali nella manutenzione, come riscontrato dagli studi effettuati dalle massime espressioni regionali e dalle norme legislative approvate nel 2021(art 60 lr 9/2021).
Inoltre a tutto ciò si aggiungono ulteriori aggravanti a carico di questa linea politica per quanto riguarda il precariato, la reiterazione dei contratti di lavoro a termine e soprattutto con la scelta di bloccare il proseguimento del principio del turnover e sbloccarlo solamente ad approvazione definitiva della riforma dei Consorzi di Bonifica, dimenticando che siamo in emergenza idrica e che il fabbisogno oggettivo della popolazione siciliana non può essere ostaggio dei ricatti e rimandi politici. Nonché di contenziosi che si ripercuoteranno sui bilanci dei Consorzi di Bonifica e sul bilancio regionale.
La questione della diga Trinità a Castelvetrano ne è la piena espressione dello spreco, dell’incapacità di programmare e di sfruttare tutte quelle maestranze presenti negli Enti partecipati dalla Regione, come i Consorzi di Bonifica, Esa e Forestali che si trovano a casa ostaggi del precariato e non a lavoro per contribuire all’azione di contrasto del dissesto idrogeologico, investendo sulla regimazione delle acque e sulla piantumazione.
Semmai la scelta di questo Governo restasse quella che ci ha portato a questo paradosso, per la stessa logica di Governo dovremmo riformare l’Autorità di Bacino e rifare le elezioni politiche regionali.
In realtà la Sicilia affonda nei suoi disastri poiché i responsabili non pagano di tasca propria e questa è la vera riforma delle riforme, se vogliamo che tutto tornerà a funzionare per bene, persino la “cosa pubblica”!
Ernesto Abate Segr Gen Reg Sifus