Le ultime notizie sulle vicende giudiziarie del Calcio Catania, ossia l'azione di responsabilità intentata contro due ex componenti del vecchio CdA ( Pietro Lo Monaco e Linda Reitano ), impongono una riflessione. Da quando, nel lontano ormai 2012, si consumó la prima rottura tra Pulvirenti e Lo Monaco la società rossazzurra non ha più avuto un momento di serenità. La cronologia è nota a tutti. La retrocessione dalla A nel 2014, la disastrosa gestione Cosentino e la retrocessione in C per illecito sportivo nel 2015, due campionati di C gravati da pesanti penalizzazioni con una salvezza all'ultima giornata, tre stagioni successive con il miraggio del ritorno in B puntualmente fallito. In mezzo a questo disastro tecnico, un tracollo economico sfociato nel fallimento evitato per il rotto della cuffia grazie all'intervento della Sigi. La cronaca recente la conoscono tutti. Non è chiaro, né certo, se il passaggio di proprietà dalla Sigi al gruppo Tacopina potrà avvenire né, a questo punto, se avverrà. Se tutto dovesse, cosa che non ci auguriamo, saltare, sia chiaro che la responsabilità, giuridica e soprattutto morale, non sarà né della Sigi né di Tacopina. La responsabilità, per la storia, sia ben chiaro che dovrà attribuirsi a chi, presunto risanatore, ha in quegli anni affossato, con una scellerata gestione, il Calcio Catania. Tasse non pagate. Oneri previdenziali non pagati. Debiti con la pubblica amministrazione non pagati. Debiti con i fornitori non pagati. Stipendi non pagati o pagati in ritardo. Il tutto impunemente e impudentemente. Saranno, ovviamente, i giudici a stabilire la verità ed a quantificare gli eventuali danni causati da questa improvvida gestione societaria. L'unica cosa che bisogna auspicare è che ciò avvenga presto e che non si pregiudichi il futuro della società, che faticosamente e con grandissimi sacrifici si sta costruendo. Ed i tifosi, quelli veri e non i leoni da tastiera, sappiano comprendere e trarre le giuste conclusioni. I mercanti andavano cacciati dal tempio molto tempo fa. Non si perpetuino gli stessi errori, dunque, e si aiuti concretamente, senza disfattismo becero, chi fino ad oggi, da giugno dello scorso anno, si è impegnato a metterci la faccia. Il Calcio Catania 1946 non può più essere oltraggiato e danneggiato.