I due massimi esponenti studiosi di politica, che hanno scritto due opere universali quali "Il Principe" e "La Storia d’Italia", sono stati Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini. Il primo, come molti sanno, poneva l’accento su alcune considerazioni sull’arte di governare seguendo alcuni dettami universali riconosciuti insindacabili: la " " e la " ". Nel primo caso – dice Machiavelli – bisogna considerare le cose come sono poste dall’esperienza ed osservate dall’intelletto in quel periodo esaminato ed in quel momento preciso (vedi la Catania di oggi, non quella di Scapagnini…) e seguire la "virtù", cioè un saggio contemporaneamente di energia ed intelligenza, che mette l’uomo in condizione, prima di conoscere e valutare ogni singola situazione, poi di commisurarla alle proprie capacità d’azione, infine di operare con decisione e fermezza a vantaggio suo e dello stato. A prima vista potrebbe sembrare un podestà di “fascistica” memoria, ma non è così. Perché questa "virtù" è posta sul piano politico del Bene Comune e con il regime fascista non era certo così. L’altro grande uomo politico contemporaneo ed amico del Machiavelli fu Francesco Guicciardini, che affermava: la personalità dell’uomo non è qualcosa di fisso, ma , e può essere modificata e trasformata da questi. Alla base dell’operato dell’uomo politico ci deve essere la "discrezione", fatta di intelligenza, di capacità di cogliere gli aspetti peculiari dei fatti, lo sviluppo degli avvenimenti e il modificarsi delle situazioni. Insomma, ognuno la pensa a modo proprio, ma c’è anche un letterato, non politico, trascinato da Giuseppe De Felice Giuffrida a candidarsi e vincere al Comune di Catania nel 1910, Federico De Roberto, che così scrive: "Qui c’è tutto un mondo da creare, e c’è da creare, che è il più difficile, i mezzi con i quali crearlo: vasta ed ardua impresa, da spaventare i più arditi ed esperti. Com’è possibile compierla, quando le parti che si contendono il pericoloso onere di assumerla Incredibile, davvero". Se De Roberto avesse vissuto i nostri giorni peggiori chissà che cosa avrebbe scritto.Lo stesso possiamo dire del giornalista Nino Martoglio: altro che scrittore in dialetto, altro che “Aria del Continente”… Martoglio, più volte sfidato a duello, oggi avrebbe scritto peste e corna sul suo settimanale "D’Artagnan", simbolo di libertà, di verità, di consapevolezza dei tempi che viveva. Insomma, . Cambiano i personaggi, cambiano i “gattopardi di turno”, cambia il dominio da sinistra a destra, ma Catania è stata beffeggiata, umiliata, offesa nella sua anima, insomma, la vergogna non ha limiti. E gli enormi manifesti pubblicitari di illustri “carneadi” sono la testimonianza del grande abisso in cui siamo rovinosamente caduti. A ciascuno il suo. Forse.L'arte del governare per Machiavelli: tra verità e virtù
verità effettuale
virtùGuicciardini, invece, afferma che le virtù dell'uomo politico si rivelano nel tempo...
si rivela soltanto nella successione degli eventiDe Roberto per i politici dell'epoca: sanno solo farsi la guerra
sono intenti a dilaniarsi e a distruggersi?Oggi mentre ciascuno si compiace di enumerare le colpe altrui, nessuno pare disposto a riconoscere le proprie e tutti sono senza peccato perché tutti scagliano pietre!La storia politica, purtroppo, non fa altro che ripetersi...
la storia è sempre la stessa